Morte del piccolo Alex: le dichiarazioni della madre di Katalina Erzsebet Bradacs
Dopo la morte del suo nipotino, a rompere il silenzio è la nonna e madre di Katalina Erzsebet Bradacs: "Non voglio più vedere mia figlia"
Dopo la tragedia di Città della Pieve, in provincia di Perugia, ha deciso di rompere il silenzio la madre di Katalina Erzsebet Bradacs, la donna di 44 anni di origini ungheresi accusata di aver ucciso il suo bambino di 2 anni.
La nonna materna ha rilasciato un’intervista alla testata giornalistica La Nazione.
Non voglio più vedere mia figlia. Tuttavia, non importa quanto io sia arrabbiata con lei, devo ammettere che è stata una madre che amava follemente Alex. E che non poteva accettare la decisione del giudice. Ma come può qualcuno uccidere il proprio sangue? È orribile.
Il giudice, secondo le indagini degli inquirenti, aveva deciso di affidare il piccolo Alex al suo papà biologico. Ma sua madre è scappata dal suo paese ed è arrivata fino in Italia.
Non solo, secondo il Gip, la donna aveva premeditato l’omicidio e aveva perfino pianificato il suo alibi. Già 24 ore prima, Katalina Erzsebet Bradacs aveva giustificato il possesso di un coltello, che le è stato poi sequestrato, come difesa personale, poiché a suo dire era spaventata dai troppi immigrati, che violentano le donne e fanno del male ai bambini. Un’anticipazione, secondo il giudice, di ciò che il giorno seguente sarebbe accaduto al piccolo Alex. Al suo piano, si aggiunge anche una ferita al braccio che la stessa si sarebbe procurata da sola e che, secondo le indagini, è stata inflitta con la stessa arma del delitto.
I filmati della zona hanno ripreso mamma e figlio sempre insieme e da soli, sia prima che dopo l’omicidio. Davanti a questi elementi e ai racconti contrastanti della donna, è stato convalidato il fermo. Attualmente si trova in carcere con l’accusa di omicidio aggravato.
Katalina Erzsebet Bradacs continua a dichiararsi innocente
Agli atti, anche delle immagini che la madre ha inviato ad un altro suo figlio in Ungheria, che ritraevano il minore ferito ed accompagnate dalla frase: “Non lo avrà nessuno”. L’adolescente, dopo aver letto i messaggi WhatsApp, li avrebbe inoltrati al papà biologico del suo fratellino.
Erzsebet continua a dichiarasi innocente e ad affermare di aver trovato suo figlio già in fin di vita all’interno del casolare e di essere poi entrata nel supermercato in cerca di aiuto. Si è poi avvalsa della facoltà di non rispondere, dietro consiglio del suo legale.