Negata la perizia psichiatrica per Alessia Pifferi. La sorella: “Non ha mai chiesto scusa”
Per i giudici, Alessia Pifferi è in grado di affrontare il processo. La sorella si è presentata in aula con una maglia con la foto di Diana
Negata la perizia psichiatrica per Alessia Pifferi, per i giudici la donna è in grado di affrontare il processo.
La donna si trova in carcere dallo scorso luglio, accusata del decesso della sua bambina. Alessia Pifferi ha lasciato la piccola Diana in casa da sola per sei lunghi giorni, senza cibo e senza acqua. La bambina di appena 18 mesi è morta di stenti.
L’autopsia ha evidenziato nel suo stomaco un materiale compatibile con il pannolino che indossava. La minore potrebbe averlo levato per il troppo fastidio dei bisogni e averlo mangiato per la troppa fame.
Per gli inquirenti, Alessia Pifferi è sempre apparsa lucida e in grado di spiegare e comprendere cos’è accaduto. Lei stessa, la sera dell’arresto, ha spiegato di aver lasciato la figlia a casa da sola a Milano, per recarsi a Leffe dal suo compagno. Diana non era la figlia dell’uomo e lui era all’oscuro di tutto. Gli aveva raccontato di aver lasciato la piccola al mare con la zia.
In quei giorni, i due sono anche tornati a Milano per questioni lavorative dell’uomo, ma Alessia non si è nemmeno preoccupata di passare per casa, anche con una scusa, per controllare Diana. Ha raccontato di non aver voluto “rovinare quella relazione“, fatta già di alti e bassi.
Non solo, per gli inquirenti l’imputata è sempre apparsa lucida, anche in carcere. Trovando perfino il tempo di scrivere lettere ai programmi televisivi per “far parlare di se”.
Le parole della sorella di Alessia Pifferi
Viviana Pifferi si è costituita parte civile del processo, insieme alla madre, contro Alessia.
È stato giusto non concedere la perizia, per una settimana l’ha abbandonata, non è stato un raptus. Non ha mai chiesto scusa, nemmeno alle lettere che ha inviato a me e a mia madre. Non le risponderò mai finché non chiederà almeno scusa. Io sono contro mia sorella ed è la parte giusta, perché quella che è morta è mia nipote.
La sorella di Alessia Pifferi si è presentata in aula con una maglietta con stampata la foto della piccola Diana. Non riesce più a guardarla e considerarla sua sorella. Ha lasciato che la sua nipotina si spegnesse in modo atroce e non ha mai chiesto scusa per quanto ha fatto a lei o alla madre e nonna della piccola. E non ha mai chiesto scusa alla stessa Diana.
La difesa potrà tentare con una nuova richiesta. Ha fatto sapere che la donna, al contrario delle dichiarazioni, è pentita, subisce aggressioni fisiche e verbali in carcere e assume psicofarmaci. Verrà richiesta la perizia sul vizio di mente.