Neonato lasciato in ospedale: i genitori sono costretti a vivere in strada a Milano

La storia straziante del neonato abbandonato in ospedale dai genitori, perché costretti a vivere in una tenda in strada

Una storia straziante è quella di cui è protagonista una giovane coppia, Sabrina e Michael, e il loro neonato. Purtroppo hanno scelto di non tenerlo, poiché loro sono costretti a dormire in strada e per il piccolo, sarebbe troppo difficile riuscire a sopravvivere.

neonato genitori

Una vicenda straziante riportata da Il Giorno, che porta anche a molta amarezza. I due hanno perso il lavoro e purtroppo sono costretti a vivere in strada, la casa è una tenda, che si trova alla stazione di San Donato, a Milano.

La donna chiamata Sabrina, è originaria di Cagliari. Con il fidanzato Michael vivevano in Germania, poi ad Amsterdam, a Chiasso e alla fine a Milano.

L’uomo lavorava come pizzaiolo, ma poco tempo fa ha perso il posto. Di conseguenza la coppia si è ritrovata a vivere in strada, in una tenda. Non ne vogliono proprio sapere di andare in un dormitorio.

neonato genitori

Lo scorso 2 dicembre la donna ha messo al mondo il suo bimbo, nato prematuro. Tuttavia, ha scelto di non riconoscerlo, poiché per lui sarebbe molto difficile sopravvivere in strada. Sabrina ai medici ha detto:

Mi hanno dato 10 giorni di tempo per riconoscere mio figlio dopo il parto. Ma come farebbe a sopravvivere con me al gelo?

Le parole del medico sul neonato lasciato in ospedale dai genitori

La madre non si è mai ripresentata in ospedale per riconoscere il figlioletto. Questo perché entrambi sono tornati in Italia senza documenti e sono consapevoli del fatto che per lui sarebbe difficile stare con loro. Il capo del Tribunale dei Minorenni, Ciro Casconi, nel commentare l’accaduto ha detto:

I genitori in queste condizioni disagiate non sarebbero stati in grado di tenere il bambino con sé dopo il parto e credo che la loro scelta sia in qualche maniera la più responsabile.

neonato genitori

Rimare però l’amarezza per la situazione di emarginazzione dei giovani. Non sarà purtroppo né il primo né l’ultimo caso di ragazzi che si perdono, senza che nessuno faccia niente per accompagnarli verso un progetto di vita accettabile.