Neonato morto a Palermo, ginecologhe e infermiera accusate di aver falsificato la cartella clinica

Manomessa la cartella clinica del neonato morto a Palermo dopo la nascita?

Neonato morto a Palermo subito dopo la nascita: continuano le indagini per capire cosa è successo nella clinica Candela del capoluogo siciliano. Secondo le ultime informazioni che arrivano dalla struttura sanitaria, le ginecologhe e l’infermiera che hanno assistito alla sua nascita sarebbero accusate di aver falsificato la sua cartella clinica.

Nascita di un bambino
Fonte Pixabay

Questa tragica vicenda risale a 10 anni fa. Il neonato è morto subito dopo essere nato nella clinica Candela di Palermo nel 2010.

Due ginecologhe e un’infermiera sono state rinviate a giudizio con l’accusa di aver falsificato la cartella clinica del piccolo.

A giugno il processo avrà inizio e l’accusa nei confronti delle tre sanitarie è di falso in atto pubblico. Il giudice ha stabilito responsabili civili e in caso di condanna dovranno rispondere anche la casa di cura e l’assessorato alla Salute.

La tragica storia del neonato morto a Palermo in ospedale, subito dopo la nascita

Tutto ha avuto luogo 10 anni fa quando una donna di 29 anni si è rivolta alla clinica palermitana per dare alla luce il suo primo figlio. Dopo il parto, purtroppo, il bambino è nato morto.

La mamma avrebbe più volte richiesto un taglio cesareo, ma i medici si sarebbero sempre rifiutati di eseguire questo intervento.

La famiglia del bambino nato morto ha subito sporto denuncia contro i sanitari dell’ospedale, per fare luce sulla vicenda e rendere giustizia a quel povero neonato che non è mai nato.

Bambino nato senza vita
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Da 10 anni le autorità stanno svolgendo le indagini. Nel frattempo ci sono state anche quattro opposizioni e quattro richieste di archiviazione da parte della Procura. A ottobre scorso finalmente la data dell’udienza preliminare.

Neonato morto a Palermo
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I genitori del bambino morto dopo il parto sono assistiti dagli avvocati Bullaro, Savoca e Raimondi. Secondo l’accusa il file della cartella clinica, di tipo informatico, avrebbe subito modifiche fino a due giorni dopo il sequestro. Per questo le sanitarie sono accusate di tale reato (mentre l’inchiesta per la morte del bambino è già stata archiviata.