Neonato ricoverato per ustioni a Napoli: innesti di pelle per farlo guarire

Come sta Vincenzino, il neonato ustionato a Napoli?

Si chiama Vincenzino ed è un neonato ricoverato per ustioni all’ospedale Santobono di Napoli. A soli 4 giorni di vita il ricovero in ospedale per gravi lesioni. I medici gli hanno fatto degli innesti di cute e ora attendono di capire se l’intervento è andato bene e se potrà guarire. Tutta Italia prega per la sua guarigione.

Vincenzino all'ospedale di Napoli
Fonte Pixabay

Vincenzino è un neonato di Portici, in provincia di Napoli. A 4 giorni di vita è stato ricoverato in ospedale, al Santobono di Napoli guidato dal direttore generale Rodolfo Conenna, a causa di gravi lesioni, in seguito a ustioni provocate da una sostanza molto pericolosa come la candeggina.

Vincenzino è arrivato al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico partenopeo con gravissime lesioni. Non si sa ancora cosa sia successo, saranno le indagini a capire se sono stati usati detergenti non idonei, come la candeggina, o dell’acqua troppo calda.

Aveva solo 4 giorni e le sue condizioni di salute erano gravissime. Di recente i medici dell’ospedale Santobono di Napoli hanno sottoposto il piccolo a un intervento per degli innesti di cute per cercare di andare a riparare il danno delle lesioni causate dalle ustioni.

I dottori lo tengono sotto stretto monitoraggio per capire se questi innesti saranno in grado di attecchire senza dare ulteriori problemi al bambino. Se questo accadrà, il bimbo potrà sperare di guarire completamente.

Bambino ricoverato in ospedale
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Neonato ricoverato per ustioni: riuscirà a riprendersi?

Le condizioni di salute del bambino sono in lento miglioramento, ma la strada per la totale guarigione è ancora lunga, come hanno sottolineato i medici. Sperando che possa riprendersi al più presto.

neonato ricoverato per ustioni
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Intanto le indagini devono ricostruire quanto è successo: nei confronti dei genitori gli inquirenti hanno già emesso un provvedimento di fermo per maltrattamenti. La mamma si è avvalsa della facoltà di non rispondere, come hanno ricorcato gli avvocati Fabio Martullo e Gianluca Sperandeo.