Non è l’Arena dall’Ucraina: Massimo Giletti in diretta durante gli spari, critiche

Ovviamente le polemiche non sono mancate

Non è l’Arena dall’Ucraina in diretta durante un attacco con spari, fiamme, fuoco e “odore di morte”, come ha commentato il giornalista Massimo Giletti volato nel paese in guerra per raccontare quello che sta accadendo. La sua scelta è stata però ferocemente criticata e da più parti levano cori di polemiche sul suo modo di fare televisione in questo momento delicato.

Massimo Giletti

Massimo Giletti ha deciso di realizzare una puntata speciale del suo programma su La7 “Non è l’Arena“, in diretta dalla città di Odessa, in Ucraina, fortemente colpita dagli attacchi dell’esercito russo. Con una troupe si trova al fronte per raccontare agli italiani la guerra.

Arrivato nel paese il giorno prima de suo 60esimo compleanno è rimasto a condurre una puntata dal luogo del conflitto per un motivo ben preciso:

Io credo che per parlare di guerra bisogna esserci.

Durante la diretta del programma televisivo c’è stato anche un attacco sulla città ucraina: durante il primo collegamento ha raccontato quello che stava accadendo, prima di andare a mettersi al riparo.

A mezzanotte faccio 60 anni e sono qui. Non posso farvelo percepire, ma c’è odore di morte.

Queste le sue parole con indosso un giubbotto antiproiettile con la scritta Press dietro una trincea fatta di sacchi di sabbia, davanti al teatro di Odessa.

Non è l’Arena dall’Ucraina, le critiche contro Massimo Giletti

Tante le voci critiche nei suoi confronti:

Ad Odessa alle 20 scatta il coprifuoco per tutti meno che per la troupe di Non è l’Arena? Sembra di stare sul set di una fiction in cui la guerra è solo un pretesto per far spettacolo con lui in primo piano, Giletti con l’espressione contrita che si autocelebra per quant’è ardito. Il giornalismo è informazione, non spettacolarizzazione della guerra né tantomeno dei cadaveri.

Non è l'Arena dall'Ucraina

Ma c’è chi lo difende:

Perché criticare Massimo Giletti? È andato ad Odessa (Ucraina), lì proprio dove la c’è la guerra.