Abruzzo, Basilicata Liguria, Toscana e Umbria: queste quattro regioni saranno le nuove zone arancioni

Niente da fare, altre regioni diventeranno le nuove zone arancioni. Si tratta di Liguria, Toscana, Umbria e Abruzzo. Ecco cosa cambia

Giorni di incertezze confermate dall’ultimo post del governatore dell’Abruzzo. Marco Marsilio ha infatti anticipato che le nuove zone arancioni saranno l’Abruzzo, la Liguria, la Toscana e infine l’Umbria.

nuove zone arancioni

Con un post su Twitter il governatore ha annunciato la tanto attesa notizia. Dopo un confronto con il ministro della salute Roberto Speranza, le Regioni non sono più zona gialla.

Il ministro Speranza mi ha anticipato poco fa l’esito della riunione che ha stabilito il passaggio dell’Abruzzo, insieme ad altre quattro Regioni – Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana – nella zona arancione. Gli effetti del provvedimento che il ministro si appresta a firmare in serata avranno decorrenza dalla giornata di mercoledì

Anche alcune fonti della regione Liguria confermano quanto scritto dal governatore. Sembra inoltre che oltre alle nuove zone arancioni, il ministro si appresterà a firmare anche un’altra ordinanza per dichiarare la provincia di Bolzano come zona rossa.

View this post on Instagram

Lettera al quotidiano “la Repubblica” ⤵️ “Gentile direttore, sono giorni difficili per l'Italia, alle prese con una situazione epidemiologica divenuta particolarmente critica nelle ultime settimane. Sono giorni di nuove restrizioni e di scelte mirate a prevenire scenari di maggiore sofferenza. Dobbiamo continuare a essere determinati e rimanere uniti. E proprio per questo è importante ascoltare le differenti voci che si levano nel Paese: dalle piazze, dai mezzi di informazione, dalle varie forze politiche, sociali e produttive; da ogni cittadino che ogni giorno fa la sua parte e in questo modo offre il proprio contributo alla salvezza di tutti. Anche per questa ragione ho letto “II naufragio. Perché la seconda ondata della pandemia Covid ha travolto l'Italia", l'inchiesta con cui Repubblica ripercorre – sovente con accenti critici – gli ultimi mesi della gestione dell'emergenza da Covid-19 in Italia. Non è costume mio o di questo esecutivo minimizzare, derubricare a polemiche le obiezioni poste al nostro quotidiano lavoro: abbiamo da subito scelto la strada della trasparenza, rifuggendo noi stessi ricostruzioni di comodo. Non posso però accettare che passi il messaggio di un presidente e di un governo che hanno abdicato ai propri doveri approfittando della pausa estiva, che un solo weekend passato al mare o una singola cena a margine di un appuntamento istituzionale vengano così strumentalmente sottolineati. Chiarisco, allora, che questa estate non ho mai concesso pause alla mia attività istituzionale. Anche nel mese di agosto sono stato sempre immerso nello studio dei vari dossier e nella soluzione dei vari problemi, avendo cura, insieme ai ministri competenti e ai vari esperti, che la piena ripresa delle varie attività sociali ed economiche avvenisse in piena sicurezza. Anche nel periodo più caldo agostano ho preferito non allontanarmi da Palazzo Chigi, rimanendo a mezz'ora dal mio ufficio e continuando a fare riunioni pressoché quotidiane da remoto. A dirla in breve, caro Direttore, il governo la scorsa estate non è mai andato in vacanza […] (nel link in bio il testo integrale della lettera)

A post shared by Giuseppe Conte (@giuseppeconte_ufficiale) on

Già ieri il Trentino-Alto Adige si è auto dichiarato zona rossa, passando così ad un lockdown quasi totale. Ora Resta da capire cosa ne sarà delle altre regioni ancora in zona gialla.

Restrizioni per le nuove zone arancioni

nuove zone arancioni

Cosa cambierà dunque ora? Nelle zone arancioni il coprifuoco sarà corrispettivo a quello nazionale, ovvero dalle 22 alle 5 non sarà possibile circolare.

Inoltre, sono vietati gli spostamenti da un comune all’altro e anche le uscite fuori dalla regione. Ancora, saranno chiusi bar e ristoranti, ma sarà ancora consentito l’asporto e la consegna a domicilio.

In ultimo, cambia il metodo della didattica a distanza. Saranno chiuse tutte le scuole superiori e le università che passeranno alla didattica a distanza per il 100%.