“Oggi sono qui per raccontarvi una storia”, le parole della sorella di Marco Petrini hanno straziato il cuore di tutti
Era l'angelo degli animali, un veterinario che viveva solo per aiutare i suoi amici pelosi
La notizia dell’improvvisa scomparsa di Marco Petrini ha addolorato tantissime persone. Tutti conoscevano il DottorPet, il fantastico veterinario che si prendeva cura degli animali con amore, colui che non aveva altre priorità nella vita, se non quella di aiutare e salvare tutti gli amici pelosi.
Marco Petrini è stato colpito da una malattia, arrivata all’improvviso, che ha stravolto la sua vita e quella di tutti coloro che gli volevano bene. Durante il funerale, la sorella del DottorPet ha letto una lettera commovente e, su richiesta delle tantissime persone che hanno avuto modo di ascoltarla, l’ha pubblicata sui social. Parole che hanno fatto sorridere l’intero web.
Oggi sono qui per raccontarvi una storia. E anche se ho paura di cedere alle emozioni, questo racconto lo devo a qualcuno che, senza dubbio, in questo momento mi starà guardando divertito. Io e il mio fratellino avevamo un anno di differenza. Lui era il maggiore. Questo significa che non ho mai conosciuto un tempo in cui lui non ci fosse. Insomma, non sono mai stata una figlia unica. A lui devo la mia cicatrice sulla fronte, a me, lui deve la poca fiducia nel genere femminile. Ogni volta che rompevo qualcosa in casa e mamma ci chiedeva chi fosse stato io rispondevo soddisfatta: “è stato Macco”. Lui immobile e grassottello mi guardava con la faccia interdetta, senza dire nulla. Da questo potete evincere due cose: il mio essere stronzetta e il suo animo nobile.
Martina ha parlato del rapporto che aveva con suo fratello, ha ricordato l’infanzia e i tempi della scuola. Ha raccontato del lavoro bellissimo, dei ricordi divertenti che occuperanno sempre un posto nel suo cuore e di quella malattia che all’improvviso ha stravolto le loro vite.
Marco era il maggiore, un solo anno di differenza. Martina lo ha conosciuto alla nascita e non c’è mai stato un momento in cui lui non fosse presente nella sua vita.
Sono arrivati gli anni delle scuole, sempre insieme, ricordo i colloqui con i genitori. La maestra diceva a tutti i bambini le stesse cose ma quando arrivava il turno di Marco, con gli occhi luminosi, esclamava soddisfatta: “ha un’intelligenza divergente”. Credo che quella fosse una delle rare volte in cui il sistema scolastico, incarnato da quella maestra, avesse fatto centro. Si, lui aveva un’intelligenza divergente. Marco era il tipo di persona che ascoltava in classe per poi saperne di più dei professori, insomma, quelli che tutti odiano perché con il minimo sforzo riescono a raggiungere il massimo dei risultati, un po’ come quelli che mangiano senza ingrassare. Ma questo a Marco non bastava, un disegno, un tema o addirittura una nozione scientifica diventava qualcosa da rielaborare in un modo del tutto personale, condito da sarcasmo, ironia e gradevole cinismo. In lui non albergava alcuna forma di banalità. Forse è per questo che lo amo così tanto.
Era sempre stato bravo a scuola, sempre attento in classe in modo da saperne addirittura più dei professori. Un futuro brillante, l’amore per gli animali e poi la malattia. Martina ci ha tenuto a sottolineare che Marco, nonostante la straziante diagnosi, non era cambiato. Riusciva ad ironizzare anche sulle sue condizioni di salute. Cercava di tenere tutto riservato, perché aveva paura che la sua professionalità potesse essere messa in discussione e per nessun motivo al mondo avrebbe rinunciato ad aiutare i suoi amici animali.
Dicono che le malattie trasformino le persone ma Marco no, lui non era cambiato, ironizzava anche su quella. Quando ha ricevuto la sua sentenza ha deciso che solo in pochissimi lo avrebbero saputo. In fondo lui era un professionista, voleva continuare a curare i suoi piccoli pazienti, non voleva che le sue capacità, la sua lucidità o la sua professionalità potessero essere messe in discussione. Mio fratello non voleva essere chiamato eroe o guerriero per il solo fatto di essere costretto a combattere contro una malattia che non aveva voluto o meritato, lui era un medico veterinario, il più bravo e appassionato, era il dottor Pet. Per il suo lavoro era pronto a rinunciare ai fine settima, alle feste, ai viaggi. Non riuscivo a capire come una persona potesse sacrificare per un lavoro quello che in fondo è il nostro bene più prezioso, il tempo. Mia madre mi diceva sempre che per lui quella era la felicità. Marco aveva trovato quello che la maggior parte delle persone cercano con tormento per tutta la vita, la propria vocazione. Quella cosa a cui sei destinato, quella in cui riesci facilmente, quella che ti regala felicità e un senso di profondo appagamento. Insomma, quanti di voi possono dire di averla davvero trovata? Io no. E se pensate che il senso della vita sia l’amore, beh … mio fratello aveva trovato anche quello
Rinunciava a tutto per il suo lavoro, ai fine settimana di riposo, alle vacanze, al divertimento, al tempo. Il lavoro era la sua felicità. Ora Martina riesce a comprenderlo. Le parole della sorella del DottorPet hanno riempito il cuore di chiunque abbia già avuto la fortuna di leggerle.
Marco non ha potuto fare tante cose, a questo ci penserò io. Lui vivrà in me, farò quel viaggio in Giappone che avevamo deciso di fare insieme e realizzerò quel piccolo grande progetto che aveva per me. Giulia, purtroppo per ovvie ragioni non posso sposarti, ma spero che continueremo a prenderci cura l’una dell’altra, per Marco e con Marco. Se ci pensate le vere star se ne vanno sempre prima, i grandi non devono sopportare il peso della vecchiaia. Allora buona notte fratellino, stammi vicino, vedrai che ci divertiremo.
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