Olindo chiama Rosa dopo la notizia della possibile riapertura del caso
Dal carcere di Opera, contentissimo, Olindo Romano ha telefonato alla moglie Rosa per condividere la sua gioia e la sua speranza
Dopo aver saputo dell’ammissione dell’istanza per la revisione della propria sentenza e di quella di sua moglie, Olindo ha voluto telefonare a Rosa per condividere un momento che ha provocato una forte emozione. L’eventualità, seppur remota, è quella di vedere riaperto il processo che li ha condannati al carcere a vita per la strage di Erba.
A 17 anni anni di distanza da quel tremendo 11 dicembre 2006, in cui venne compiuta una delle stragi più efferate che si ricordi in Italia, potrebbe riaprirsi il processo che ha visto condannati, per l’omicidio di 4 persone, i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Ad aprire alla possibilità è stata la Corte D’Appello del Tribunale di Brescia, che ha ammesso l’istanza presentata a settembre dai legali dei coniugi, per una revisione della sentenza.
Il pool di avvocati che assiste Olindo e Rosa ha spiegato che si è arrivati alla decisione di presentare istanza, poiché in possesso di nuove prove e nuove testimonianze che potrebbero cambiare completamente le carte in tavola.
La speranza e l’obiettivo, come spiegato dall’avvocato Schembri a Fanpage.it, è quella di poter riaprire il processo e portare i propri assistiti ad una completa assoluzione.
La chiamata di Olindo a Rosa
Non appena ha saputo di questa decisione dei giudici di Brescia, Olindo ha voluto subito chiamare Rosa. Lui si trova infatti nel carcere di Opera, lei invece a Bollate, ma non hanno mai interrotto i rapporti e le comunicazioni.
Lui avrebbe telefonato a lei, come spiegato da uno dei loro legali, per condividere la felicità ma soprattutto la speranza per la possibile cancellazione della sentenza che li vede entrambi condannati all’ergastolo.
Rosa lo ha saputo prima di lui, dalla televisione. Mentre Olindo lo ha saputo direttamente da suo legale.
Quest’ultimo ha raccontato che Romano, appresa la notizia, è apparso un po’ spaesato, ma comunque molto contento.
Dall’altra parte, i fratelli Castagna, che nelle strage hanno pero sorella, mamma e nipotino, rimangono assolutamente convinti della colpevolezza dei coniugi. Per loro un nuovo processo non potrà mai avere un risultato diverso e, qualora lo stesso nuovo processo dovrebbe verificarsi, i due non si costituirebbero parte civile.