Rosa e Olindo: su cosa punteranno gli avvocati per far riaprire il processo
Nuovi testimoni, nuove prove e nuove consulenze: su cosa punteranno gli avvocati di Rosa e Olindo per riaprire il processo
Nella giornata di ieri la Corte d’Appello di Brescia ha ammesso l’istanza di revisione della sentenza di ergastolo per Rosa e Olindo, i due coniugi ritenuti responsabili della strage di Erba. Su cosa punterà la difesa, affinché i giudici possano riaprire il caso.
A 17 anni da quel terribile 11 dicembre 2006, il caso legato ad uno dei delitti più efferati che si ricordi in Italia, potrebbe essere riaperto.
Per la strage di Erba, in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio di soli 2 anni Youssef Marzouk, sua madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, il 3 maggio del 2011 sono stati condannati in Cassazione all’ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano.
A settembre i loro legali avevano presentato istanza di revisione della sentenza. Istanza che è stata accettata ieri e per la quale verrà deciso il prossimo 1 marzo.
Ma su cosa punterà la difesa, affinché il processo ai loro assistiti venga riaperto? Ci sono quattro punti fondamentali nella strategia legale.
Rosa e Olindo: cosa chiedono gli avvocati
In sostanza i legali di Rosa e Olindo chiederanno alla Corte che vengano ascoltati nuovi testimoni e che vengano effettuate nuove consulenze.
Uno dei nuovi testimoni, mai sentito all’epoca dei fatti, è un uomo che abitava nella casa della strage, vicino ad Azouz Marzouk. In altre sedi lui aveva sostenuto che la casa della strage era una base dello spaccio della zona e che veniva utilizzata come base per gli introiti. Inoltre aveva parlato di una faida con un gruppo rivale.
Un altro testimone sarebbe un ex Carabiniere, che sarebbe disponibile a far presente di alcune incongruenze delle indagini, soprattutto della parte mancante delle intercettazioni ambientali e telefoniche (circa la metà).
Terzo punto, la testimonianza di Mario Frigerio, unico superstite della strage, marito di Valeria Cherubini, che interrogato dagli inquirenti nei giorni successivi, non aveva riconosciuto Olindo, salvo poi indicarlo come colpevole.
Quarto, ultimo e più importante punto, la confessione dei Romano poi successivamente ritrattata. Secondo i legali dei coniugi, infatti, i loro racconti e le ricostruzioni fornite in sedi ufficiali, soprattutto riguardo alle modalità in cui è stata uccisa Valeria Cherubini, presenterebbero delle importanti incongruenze.