Omicidio Cristina Peroni: emersi nuovi dettagli dall’autopsia

Morte Cristina Peroni, uccisa dal compagno e padre di suo figlio: nuovi aggiornamenti sulla causa della morte dopo l'autopsia

Emersi nuovi ed agghiaccianti aggiornamenti sulla morte di Cristina Peroni, uccisa a Rimini lo scorso sabato, dal suo compagno Simone Benedetto Vultaggio.

Omicidio Cristina Peroni Rimini

Al culmine di una lite, il 47enne si è accanito contro la 42enne e l’ha uccisa con il loro bambino di pochi mesi nell’abitazione di famiglia. Cristina Peroni aveva deciso di lasciarlo, era tornata a Roma. Ma poi, si era lasciata convincere dal padre di suo figlio ed era tornata da lui. Non poteva immaginare che quella scelta le sarebbe costata la vita.

Dopo l’esame autoptico sul cadavere della donna, è emerso che è stata uccisa dal suo omicida con circa 50 coltellate e 17 colpi di mattarello. Ferite inflitte alle braccia, al collo e alla testa, fino al colpo fatale alla carotide.

Omicidio Cristina Peroni Rimini

L’uomo si trova attualmente in carcere, accusato dell’omicidio della 42enne. Il giudice ha parlato di “efferatezza” ed “estrema crudeltà” per un omicidio premeditato.

L’assassino si è giustificato con le autorità, raccontando che Cristina non gli permetteva di prendere il bambino in braccio. Chi li conosceva, ha testimoniato che i due litigavano spesso per la gestione del minore e che la donna era già stata vittima delle violenze di Simone, anche mentre era incinta, ma non lo aveva mai denunciato.

Il coltello insanguinato è stato rinvenuto all’interno dell’abitazione, nel lavello della cucina, dagli agenti della squadra mobile. A lanciare l’allarme, i vicini di casa. Quest’ultimi hanno udito le grida di Cristina e il pianto incessabile del bambino. Poi, hanno visto l’omicida che cercava di rassicurarli sul fatto che il piccolo stava bene e che lei, invece, non avrebbe più potuto parlare male di lui.

Omicidio Cristina Peroni Rimini

Nell’interrogatorio, Vultaggio ha parlato di continue liti e della decisione della donna di lasciarlo, portando con se il figlio di 5 mesi. Una scelta che non gli è andata giù. Ma avrebbe ammesso di non ricordare nulla dell’omicidio. Un’amnesia che, secondo lo stesso omicida, sarebbe dovuta ai farmaci assunti e alla mancanza di sonno. Dalle notizie emerse, sembrerebbe che il 47enne fosse in cura da uno psicologo e seguito dal servizio di igiene mentale.