Omicidio di Jennifer, la mamma della bimba di 6 anni condannata
La donna è stata condannata a 25 anni di carcere
Per l’omicidio di Jennifer, la bambina di soli 6 anni morta soffocata nella sua casa di Servigliano, in provincia di Fermo, nelle Marche, i giudici hanno condannato la mamma, Pavlina Mitkova. La donna, che nella notte dell’8 gennaio 2020 aveva anche simulato un incendio per coprire l’uccisione della figlia, dovrà scontare 25 anni di carcere.
I giudici della Corte d’Assise di Macerata hanno giudicato la mamma della piccola di sei anni colpevole di omicidio volontario. Lei ha ucciso la figlia soffocandola. Per poi mascherare la sua morte mettendo in scena un incendio nella loro casa di Servigliano.
Per questo motivo, secondo la sentenza emessa dai giudici marchigiani, la donna di 39 anni di origini bulgare dovrà scontare una pena in carcere di 25 anni. Il pm Francesca Perlini aveva chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno. Mentre i suoi difensori, gli avvocati Gianmarco Sabbioni ed Emanuele Senesi, avevano chiesto l’assoluzione o il minimo della pena.
I giudici però non hanno ancora compreso quale sia il movente del delitto. Come ricordato dall’avvocato Sabbioni:
Viste le richieste del pm possiamo essere soddisfatti dell’esito del processo, d’altronde il movente dell’omicidio non è venuto a galla neanche nel corso delle varie udienze.
Mentre Senesi aggiunge:
È una pena importante, anche se migliore rispetto alla richiesta dell’accusa dell’ergastolo e dell’isolamento per 4 mesi.
Oicidio di Jennifer, il padre si era costituito parte civile
Pavlina Mitkova ha sempre detto di essere innocente, ma la sentenza la condanna per l’omicidio di sua figlia. I giudici, inoltre, hanno stabilito che non potrà più avere la patria potestà sull’altra figlia, che ora si trova affidata al padre, Ali Krasniqi. Al momento della morte di Jennifer l’uomo non si trovava in casa.
Il padre si era costituito parte civile. La sua avvocata spiega:
Ci gratifica il fatto che l’imputata sia stata riconosciuta colpevole di omicidio volontario e sia stata ritenuta l’unica responsabile, nonostante la difesa della donna abbia cercato di coinvolgere il mio assistito. Avevamo chiesto una pena più pesante e, una volta lette le motivazioni della sentenza, valuteremo se appellarci alla sentenza. Venticinque anni è una condanna fin troppo leggera visto che parliamo di una bambina uccisa e di una famiglia distrutta i fatti sono stati chiariti in modo evidente e la responsabilità del delitto è stata appurata senza alcun dubbio.