Omicidio di Sarah Scazzi, oggi Cosima Serrano e Sabrina Misseri hanno un nuovo lavoro
Dal carcere di Taranto, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, svolgono un nuovo lavoro che impegna le loro giornate
Omicidio di Sarah Scazzi; Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono tristemente note per essersi rese colpevoli di un’enorme tragedia. Sono in carcere ormai da anni, ma pare che in occasione del Covid-19 stano riuscite a rendersi utili per la società. Le due donne infatti hanno un nuovo e importante incarico.
Le donne si occupano del confezionamento di mascherine protettive. Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono recluse nel carcere di Taranto, con l’accusa dell’omicidio di Sarah Scazzi. La zia e la cugina della povera vittima, si erano finora dedicate alla fabbricazione di tovaglie, corredi e abiti. Ora, con l’emergenza sanitaria, hanno convertito la loro attività, iniziando a produrre e distribuire presidi sanitari.
La notizia è annunciata dal settimanale ‘Oggi’. Si può leggere come le due abbiano deciso di dare una svolta al loro lavoro, allineandosi alle esigenze dettate dall’emergenza. Le due donne condividono, quindi, la stessa cella e lo stesso laboratorio. Cosima e Sabrina si trovano in reclusione dal lontano 2011, condannate per l’omicidio di Sarah, avvenuto nel 2010.
Da quando si trovano in cella, mamma e figlia, hanno occupato il tempo dedicandosi a vari lavori. La condanna definitiva, per concorso in omicidio è arrivata per loro nel 2017, quando la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo in sede di appello. Stando alle ricostruzioni dei P.M. le due avrebbero posto fine alla vita della giovane ragazza. Sarah Scazzi è stata strangolata con una corda, nello stesso giorno in cui è sparita. Loro complice è stato Michele Misseri, marito di Cosima e padre di Sabrina.
Il suo ruolo nella vicenda è stato quello di occultare il cadavere nel pozzo, in cui lo stesso ha fatto sì che venisse ritrovato dopo 40 giorni dall’inizio delle indagini. Michele non smette di prendersi la completa responsabilità del crimine, anche dal carcere.
Nel contempo, sono state analizzate anche le varie cause del concorso di colpa, per cui sono stati condannati anche Michele Misseri stesso e Ivano Russo, accusati di aver depistato le indagini. Il loro capo di imputazione in questo caso era quello di aver dichiarato il falso in sede di processo. Una tragica vicenda ancora avvolta nel mistero. Speriamo che la povera Sarah possa riposare in pace e che la giustizia abbia fatto il suo corso in modo giusto e irreprensibile.