Papà di Giulia e Alessia morte a Riccione: non prova rancore per gli haters
Non prova rancore verso chi lo colpevolizza
Il papà di Giulia e Alessia, morte a Riccione in stazione, in un terribile incidente che non ha dato loro scampo, non prova rancore verso chi punta il dito nei suoi confronti, ritenendolo colpevole della tragica scomparsa delle sue amate figlie. Lui non prova rancore per gli haters che fin dalle prime ore, soprattutto sui social, si sono scagliati contro di lui per averle fatte andare a ballare.
Vittorio Pisanu ha deciso di scrivere una lettera a Repubblica, dopo aver detto addio alle figlie nei funerali che si sono svolti nella sua città. Rompe il silenzio per dire che non porta rancore e non odia chi lo accusa di averle uccise.
Non porto rancore rispetto all’inconsulto vociare che si è scatenato all’indomani della tragedia che mi ha colpito. Voglio al contrario che le mie bimbe non siano morte invano, che questa disgrazia porti a qualcosa di buono, a un bene assoluto, per tutti.
Vivo la sofferenza confortato moralmente e spiritualmente dalle tante persone che quotidianamente hanno inondato me e la mia casa di una umanità e dolcezza che va oltre misura e immaginazione, con la consapevolezza del nuovo inizio che mi attende, nel fervido desiderio di provare a trasformare l’ingiusto evento in bene assoluto.
Queste le parole del papà di Giulia e Alessia Pisanu, che le aveva sempre accompagnate in discoteca ed era sempre andato a prenderle. Tranne quella maledetta domenica mattina, quando avrebbe voluto essere lì con loro all’uscita della discoteca Peter Pan.
Papà di Giulia e Alessia morte a Riccione, il papà non era con loro quella sera: si era sentito male
Già altre volte il papà era andato a prenderle in discoteca, perché la musica e il ballo era la loro grande passione, che le sorelle condividevano insieme ad altre passioni.
Il destino quella sera ha voluto che fosse malato. Non stava bene. E non è potuto andare a prendere i suoi angeli, tragicamente morti investiti da un treno Frecciarossa.