Parlano i genitori del piccolo Alessandro Izzi, morto all’asilo nido

I genitori del piccolo Alessandro Izzi non puntano il dito contro nessuno. Si sono chiusi nel loro dolore, in attesa dell'autopsia

Parlano i genitori di Alessandro Izzi, il bambino di 11 mesi che ha perso la vita in un asilo nido di Treviso. Le maestre lo hanno messo a dormire, come ogni giorno, per il riposino pomeridiano, dopo la pappa, ma il minore non si è più svegliato.

indagini decesso Alessandro Izzi

Quando le maestre si sono rese conto che qualcosa non andava e che Alessandro Izzi non si svegliava, hanno subito lanciato l’allarme. I soccorritori si sono precipitati sul posto e hanno cercato di fare il possibile, ma per il bimbo di 11 mesi non c’era più nulla da fare.

Le indagini per il decesso improvviso del piccolo Alessandro Izzi

La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo d’indagine e iscritto le maestre nel registro degli indagati, come atto dovuto. Gli inquirenti hanno precisato che la decisione è stata presa così che tutti i coinvolti possano partecipare, con i propri consulenti, a tutti gli accertamenti sul decesso del bambino. Sarà fondamentale attendere l’esito dell’autopsia, prima di individuare eventuali responsabilità. Non si esclude nemmeno la SIDS, la sindrome del decesso improvviso del neonato, che colpisce i bambini di età compresa tra un mese e un anno di vita e che, ad oggi, non ha ancora una spiegazione medica.

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I genitori, appresa la notizia, sono stati colpiti da un malore e portati in ospedale. Dopo quanto accaduto, hanno voluto rompere il silenzio:

Il nostro bimbo stava bene, non aveva problemi di salute. La sua morte è stata un fulmine a ciel sereno, siamo distrutti.

Laura e Kevin non hanno puntato il dito contro nessuno, si sono chiusi nel loro dolore e, con il loro legale, attendono il risultato dell’autopsia. Solo l’esame potrà far luce sulla verità e stabilire l’esatta causa del decesso del loro amato Alessandro.

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Quanto accaduto ha sconvolto la comunità e tutte le maestre dell’asilo, che dopo giorni hanno riaperto i cancelli. Ma per loro non sarà mai più la stessa cosa.