Per la prima volta parla l’autista di Alessia Pifferi: “Una volta mi ha mandato una foto della bimba come prova di quello che stava dicendo”

L'autista di Alessia Pifferi ha rilasciato un'intervista al programma tv Mattino Cinque: i due avevano solo un rapporto di lavoro

Per la prima volta, parla l’autista che era solito accompagnare Alessia Pifferi a Leffe. Emanuele Mazzotta, questo il suo nome, ha rilasciato la sua intervista ai microfoni del programma televisivo Mattino Cinque.

racconto autista Alessia Pifferi
Credit photo: Mattino Cinque

È stato proprio lui a riaccompagnarla a casa il giorno in cui ha trovato la bambina senza vita. Non era la prima volta che rispondeva alle richieste di Alessia Pifferi, che la prendeva da Milano e la trasportava a Leffe dal compagno e viceversa. Il loro era un rapporto solo di lavoro, parlavano di orari e tariffe, sempre molto elevate, ma mai della vita privata. L’autista sapeva che era mamma della piccola Diana, perché una volta gli aveva detto di non potergli fare la ricarica perché la piccola non stava bene e doveva occuparsi di lei. Ecco il suo racconto ai microfoni di Mattino Cinque:

interrogatorio Alessia Pifferi

Più volte ho trasportato la signora Pifferi tra Leffe, dove abitava il compagno e Milano. Il percorso era sempre quello. In un paio di occasioni è capitato che mi dicesse di non potermi fare la ricarica perché doveva assistere la bambina o portarla al pronto soccorso. Una volta mi ha mandato una foto su WhatsApp, una foto come prova di ciò che stava dicendo. La bambina aveva la pelle bruciata senza pannolino. Diceva che era l’ammoniaca nei pannolini. Ma non era la verità.

Lettera Alessia Pifferi Zona Bianca

L’uomo ha poi raccontato di come Alessia Pifferi fosse sempre ben vestita, con abiti da sera. Quel giorno l’ha riportata a casa e poco dopo ha sentito la notizia del decesso della sua bambina. Così le ha mandato un messaggio di cordoglio, che non ha mai ricevuto risposta. Ma l’autista non aveva idea di quanto fosse accaduto, solo dopo è venuto a conoscenza della verità, ovvero che la piccola Diana era morta perché la madre l’aveva abbandonata in casa da sola, per sei giorni, senza cibo e senza acqua.