Piera Maggio interviene telefonicamente durante la trasmissione Quarto Grado: “Non sono stati loro a rapire Denise”

"Non sono stati i rom a rapire mia figlia", le parole di Piera Maggio a Quarto Grado

Nell’ultima puntata di Quarto Grado, andata in onda il 16 aprile, Piera Maggio è intervenuta in collegamento telefonico, per parlare ancora della scomparsa della piccola Denise Pipitone. Dopo 17 anni dal rapimento della sua amata bambina, finalmente si sono riaccesi i riflettori su quanto accaduto quel 1 settembre del 2004.

Piera Maggio in collegamento telefonico a Quarto Grado
Credit: Quarto Grado

Durante il collegamento, Piera Maggio ha voluto specificare una cosa in particolare, visto che ormai molti fanno confusione. Ecco le sue parole:

Non sono stati i rom a rapire mia figlia.

Piera Maggio in collegamento telefonico a Quarto Grado

Riferendosi al video girato a Milano dalla guardia giurata, dopo più di un mese dalla scomparsa, la mamma della piccola Denise ha continuato:

L’ho visto mille volte. Ma c’è stato un periodo che avevo smesso perché si è parlato troppo del fatto che i rom rubano i bambini. Lo voglio specificare, non sono stati i rom a portare via Denise, non sono stati loro a rapirla. Chi l’ha portata via sapeva cosa stava facendo.

Chiunque abbia portato via Denise, secondo Piera Maggio, sapeva bene cosa stava facendo. Forse è davvero stata data ai rom, ma se è così, è accaduto in un secondo momento.

La bambina non dava molta confidenza agli adulti, ma aveva simpatia per gli altri bambini e per i ragazzi. Era solita giocare su una mansarda chiusa che da sulla strada ed era abituata a vedere le persone passare a piedi davanti alla sua abitazione.

Piera Maggio in collegamento telefonico a Quarto Grado

Ma nella strada dove poi è sparita passavano sempre, spesso senza motivo, tante persone del posto. Dunque la bambina poteva conoscere chi l’ha portata via.

Dopo 17 lunghi anni, anche la Pm che coordinò le indagini nel 2004, ha deciso di dire la sua in diretta tv. A quei tempi, ci fu un depistaggio delle indagini. Le persone sospette sapevano già di avere i telefoni sotto controllo. Un’accusa grave contro la polizia, ma che potrebbe essere la motivazione per riaprire finalmente il caso.