Poche ore prima del delitto, Alberto Scagni aveva minacciato Luca Bizzarri

Prima di uccidere la sorella, Alberto Scagni voleva incontrare il comico Luca Bizzarri. I messaggi nelle mani degli inquirenti

Emersi nuovi dettagli sul delitto commesso da Alberto Scagni, l’uomo che ha spezzato per sempre la vita della sorella Alice Scagni lo scorso 1 maggio. Dettagli che, per gli inquirenti, confermerebbero l’instabilità mentale dell’accusato.

Alberto Scagni e Luca Bizzarri

Poche ore prima di presentarsi sotto casa di Alice e compiere il delitto, Alberto Scagni ha inviato alcuni messaggi privati al comico Luca Bizzarri. Nei giorni precedenti lo aveva già insultato e minacciato sotto alcuni post pubblici.

Genitori Alberto Scagni

Educatamente, Luca Bizzarri ha risposto alle sue richieste, cercando di placare le acque. Alberto Scagni gli ha chiesto un incontro faccia a faccia, il suo atteggiamento oscillava tra quello di un fan felice di parlare con un suo idolo e quello di un hater aggressivo che voleva incontrarlo per fargliela pagare.

I messaggi sono finiti tra gli elementi del delitto, perché secondo gli inquirenti confermerebbero l’instabilità mentale dell’uomo. Alla richiesta di incontrarsi, il comico ha domandato all’uomo il perché di tutte quelle minacce e cosa stava cercando da lui. Ma quando Alberto non ha ricevuto il ‘Si’ che si aspettava, ha cambiato nuovamente atteggiamento,

Genitori Alberto Scagni

Mi farò una ragione del fatto che Si o No sono risposte o vietate oppure difficili. Come metterci la faccia invece della voce. Sei davvero un bravo ragazzo. Buona giornata, anzi buona vita.

Luca Bizzarri ha concluso la conversazione, rispondendo:

A te, e al contrario tuo, il mio è un augurio sincero.

Poche ore dopo quella breve conversazione e gli insulti a Luca Bizzarri, Alberto Scagni ha chiamato il padre, pretendendo dei soldi. Al rifiuto del genitore, si è presentato sotto casa della sorella Alice e ha spezzato per sempre la sua vita.

L’uomo continuava a pretendere soldi dalla sua famiglia, che stanca aveva più volte allertato le forze dell’ordine. Anche quello stesso giorno, ma nessuno è intervenuto. Si erano perfino rivolti al centro di igiene mentale, riuscendo ad ottenere un appuntamento solo per il 2 maggio, il giorno successivo al delitto.