Reddito di cittadinanza, stop a chi rientra in questa fascia d’età: la novità dal Governo

Tra le diverse ipotesi di modifica del reddito di cittadinanza anche l'addio per una specifica fascia d'età purché in grado di lavorare.

Con il nuovo Governo targato centrodestra una cosa è certa, il reddito di cittadinanza verrà rivisto. Giorgia Meloni sin dalla campagna elettorale è stata chiara che la misura, così com’è strutturata in questo momento, non piace.

Si prospetta quindi nei prossimi mesi una revisione del reddito di cittadinanza, che al contrario da come si pensava in precedenza, non verrà eliminato del tutto.

Reddito di cittadinanza
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Sarà sicuramente rinnovato garantendo il sussidio a tutte quelle categorie che per vari motivi, sono inadatti al mondo del lavoro. Per tutti gli altri invece che sono idonei a lavorare, la riforma sarà rivista.

Il reddito di cittadinanza quindi resterà per gli invalidi, chi non ha reddito e chi ha figli minori a carico. Ad essere rivista potrebbe essere anche l’età. Come ipotizzato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari “Chi ha tra i 18 e i 59 anni, senza minori a carico, ed è in grado di lavorare perderà l’assegno legato al reddito di cittadinanza, anche se non immediatamente”.

Giorgia Meloni reddito di cittadinanza
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Una modifica che ovviamente non verrà fatta nell’immediato. “Ovviamente non sarà fatto immediatamente. Prima della riforma della Naspi l’assegno di disoccupazione era di 6 mesi, questo può essere un tempo congruo” – ha ribadito da Bruno Vespa a Porta a Porta.

Reddito di cittadinanza
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“Chi non può lavorare non può essere trattato come chi può. e va tutelato anche di più di oggi. Chi può lavorare va incentivato. Per questo ridurremo la platea dei percettori del Reddito di cittadinanza” – ha detto sempre Fazzolari.

Anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon intervistato da La Stampa ha ribadito che il reddito di cittadinanza per il governo di centrodestra è considerato in maniera differente rispetto al passato.

“L’obiettivo è quello di spronare i percettori del reddito facendo capire loro che l’obiettivo non può essere incassare questo sussidio a vita ma piuttosto cercare trovare assieme allo Stato un lavoro” – ha detto.