Saman Abbas, emersi importanti dettagli sullo zio Danish: cosa avrebbe chiesto in cambio di informazioni sul corpo della nipote
Un audio tra lo zio di Saman Abbas e un agente di polizia penitenziaria attualmente indagato: ecco cosa è emerso su Danish
Emersi nuovi dettagli sul caso di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa da Novellara e ritrovata senza vita dopo un anno e mezzo. Danish, lo zio accusato di essere il mandante del delitto, avrebbe negoziato la protezione nei confronti di sua moglie, prima di indicare il luogo in cui la nipote era sepolta.
Sembrerebbe, dalle prime notizie diffuse nelle ultime ore, che il procuratore abbia depositato un audio rinvenuto sul cellulare di un agente della polizia penitenziaria. Quest’ultimo sarebbe attualmente indagato per maltrattamenti nei confronti di un detenuto, insieme ad altri colleghi. Durante indagini al di fuori del caso di Saman Abbas, sarebbero quindi emersi importanti dettagli sullo zio Danish.
Il messaggio audio sarebbe stato inviato proprio dall’uomo all’agente di polizia penitenziaria, per chiedergli un accordo. Protezione per sua moglie in cambio del luogo di sepoltura della diciottenne. Per un anno e mezzo, il corpo di Saman non è mai stato ritrovato. Quella conversazione, per gli investigatori, sarebbe la prova che lo zio volesse collaborare già mesi prima.
Il ritrovamento del corpo di Saman Abbas
Proprio grazie alla testimonianza di Danish, avvenuta lo scorso 25 ottobre, le forze dell’ordine hanno ritrovato il corpo della ragazza sepolto vicino ad un vecchio casolare a Novellara, non troppo distante da quella che era la casa di famiglia. Dopo l’autopsia, è stato stabilito che la diciottenne è deceduta a seguito di asfissia meccanica da strangolamento. Lo zio continua a dichiararsi estraneo ai fatti, tuttavia per l’accusa è proprio lui il mandante del delitto. Anche per il fratello di Saman, ascoltato negli ultimi giorni in aula, sarebbe stato proprio Danish a prendere la sorella.
Voleva solo essere libera, voleva vivere la storia con il suo fidanzato e non aveva alcuna intenzione di accettare il matrimonio combinato dalla sua famiglia. Un disonore, secondo l’accusa, che avrebbe portato i suoi genitori, lo zio e i due cugini a punirla. Sono cinque i familiari indagati nel processo di Saman Abbas. Si trovano tutti in custodia, tranne la madre Nazia, l’unica ancora latitante.