Saman Abbas, parla l’avvocato dei genitori: “Se mi sentissero in questo momento”
Il legale dei genitori di Saman Abbas ha lanciato un appello ai suoi assistiti, con cui non riesce a mettersi in contatto
Il legale dei genitori di Saman Abbas, la 18enne pakistana mai ritrovata, ha deciso di lanciare un appello ai suoi assistiti, dopo la decisione del giudice dell’udienza preliminare. Quest’ultimo ha emesso la sentenza di rinvio a giudizio per tutti i 5 familiari accusati dell’omicidio della ragazza.
L’avvocato ha spiegato che non è mai riuscito a mettersi in contatto con la madre e il padre di Saman, fuggiti in Pakistan e oggi latitanti. Vuole far sapere loro che la loro posizione è difendibile, nonostante la prima sentenza. Molto probabilmente Shabbar Abbas e Nazia Shaheen non sono a conoscenza di ciò che sta accadendo in Italia. Queste le parole del legale Simone Servillo:
Oggi come oggi non abbiamo la certezza che loro abbiano completa consapevolezza di ciò che sta accadendo in Italia. Il rilievo mediatico della vicenda nel nostro Paese non è stato lo stesso in Pakistan. Se mi sentissero in questo momento direi loro che hanno una posizione difendibile. E che non devono confondere l’opinione pubblica, formatasi purtroppo in maniera prematura in Italia rispetto a questa vicenda, con l’esito del procedimento processuale. Il processo è ancora tutto da fare.
Il giudice dell’udienza preliminare del caso di Saman Abbas ha rigettato le richieste della difesa
Il giudice per l’udienza preliminare ha rigettato la richiesta di rinvio a giudizio abbreviato e quella di nullità del decreto di latitanza. L’avvocato continua:
Ho sostenuto, e continuo a credere, che non vi è la possibilità di ritenere in maniera certa che i miei assistiti si siano sottratti volontariamente agli atti del processo. Non vi sono elementi che consentono di vantare una certezza di questo tipo, per questo ho chiesto che il decreto di latitanza venisse dichiarato nullo e con esso tutti quegli atti che sulla scorta dello stesso sono stati successivamente emessi.
Le richieste sono state rigettate e il giudice ha rinviato a giudizio tutti i 5 familiari accusati del presunto omicidio di Saman Abbas: i due genitori, lo zio Danish e i due cugini.
L’avvocato ha poi voluto sottolineare il fatto che i genitori della 18enne pakistana non abbiano mai ricevuto alcuna notifica. Ciò che oggi sanno sul caso della figlia, lo hanno appreso dalla stampa del Pakistan, dove il rilievo mediatico sarebbe ben differente da quello italiano.