Seconda udienza per il processo dell’omicidio di Giulia Tramontano: il racconto del carabiniere e le foto mostrate in aula del corpo della 29enne

Seconda udienza per l'omicidio di Giulia Tramontano, il racconto del Carabiniere e le foto del corpo della 29enne mostrate in aula

Questa mattina si è tenuta nel Tribunale della corte d’Assise di Milano, la seconda udienza per Impagnatiello, l’uomo accusato del delitto della sua compagna Giulia Tramontano. Oggi era il momento dell’accusa, di mostrare tutte le prove raccolte in questi mesi, dai testimoni, ai video ed alle chat.

aula giulia

Il barman era presente in aula, come nella prima udienza. In questa occasione si è mostrato con i capelli più corti e la barba sistemata. I genitori, il fratello e la sorella di Giulia invece, non erano presenti, perché dovranno testimoniare il prossimo 7 marzo.

Durante queste ore, Impagnatiello era seduto nella sua cella. Il pm Alessia Menegazzo ha mostrato alcune sue immagini dei momenti successivi al delitto, quando si è recato anche a casa dell’amante e quelle del corpo di Giulia. L’hanno riconosciuta grazie ad un tatuaggio che aveva sulla gamba.

udienza giulia

La sera che il barman ha messo fine alla sua vita, ha cercato di bruciare il corpo. Prima nella vasca da bagno e poi nel box auto. Impagnatiello in quei secondi, quando ha visto le foto, si è messo con la testa bassa tra le mani, è scoppiato in lacrime ed ha sempre tenuto lo sguardo basso.

Delitto di Giulia Tramontano, la testimonianza dei Carabinieri

CREDIT: RAI

In aula erano presenti anche la testimonianza del Carabiniere Antonio Caretti, che ha raccontato cosa ha fatto Impagnatiello quando si è recato in caserma e cosa hanno trovato nella sua macchina. L’agente in aula ha detto:

udienza giulia
Quella sera sono stato avvisato che si era presentato un uomo molto agitato e preoccupato per la scomparsa di una donna al settimo mese di gravidanza. Diceva che non si era preoccupato prima perché la sera precedente avevano avuto una lite per un tradimento. Si è pensato quindi subito ad un allontanamento volontario.

Quella sera siamo saliti sulla sua automobili, perché non c’erano auto di servizio disponibili. Sulla sua auto avevo sentito un forte odore di benzina provenire dal bagagliaio: lui si era giustificato dicendo che si era rovesciata un po’ di benzina da una bottiglia.