Simone Pavan donerà il midollo a suo figlio di 6 anni malato di Leucemia
L'ex calciatore e allenatore Simone Pavan ha raccontato il dramma di suo figlio Leonardo, che da un anno e mezzo sta lottando con la leucemia
Una carriera intera a rincorrere quel pallone sul prato verde rettangolare. Poi, una volta appesi gli scarpini, Simone Pavan è diventato un ottimo allenatore capace di trasmettere i suoi principi del gioco ai giovani calciatori. Nell’ultimo anno e mezzo, però, l’ex campione ha dovuto mettere da parte il calcio e dedicarsi completamente alla salute di suo figlio piccolo, che purtroppo è affetto da leucemia.
La carriera di Simone Pavan da calciatore è assolutamente di tutto rispetto. Sono quasi 200 le presenze in serie A, con le maglie di Atalanta, Venezia, Modena, Sampdoria e Livorno. Ha addirittura vestito la maglia azzurra per tre volte quando era giovane.
Appesi gli scarpini al chiodo, ha deciso di intraprendere la carriera da allenatore, raggiungendo altri ottimi risultati. Dopo gli Allievi di Portogruaro e Modena, ha guidato anche la Primavera dei Canarini e quella della Sampdoria, prima di sedersi sulla panchina della Vis Pesaro in Serie C.
La sua avventura di allenatore si è interrotta a febbraio del 2020. Poco prima del primo lockdown era stato esonerato e poco dopo ha scoperto che suo figlio piccolo Leonardo è purtroppo affetto da leucemia.
Le parole di Simone Pavan
Da quella diagnosi è passato ormai un anno e mezzo. Un periodo molto duro, in cui Pavan ha dovuto rifiutare diverse offerte lavorative per poter stare vicino al suo bimbo.
Oggi l’ex campione si prepara a fare un altro importante passo nella lotta che sta combattendo insieme a suo figlio. Quello di donargli il midollo. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Pavan ha confidato:
I medici ci hanno spiegato tutto e per quanto mi riguarda non ho avuto alcun dubbio. Leonardo ha bisogno di me e mi sono messo in gioco senza neppure pensarci. Continueremo a combattere fino a quando sarà necessario. Allenare non era proprio possibile perché la situazione di Leonardo richiede la mia presenza fissa accanto a mio figlio. In questo momento penso solo a lui. Abbiamo trascorso un anno e mezzo dentro e fuori gli ospedali, psicologicamente una prova durissima. Spero che presto possano arrivare tempi migliori. Non è facile, soprattutto quando vedi che i bambini cominciano a capire cosa sta accadendo. Si abbracciano prima delle visite a cui Leonardo deve sottoporsi, per noi è un tuffo al cuore.