“Temo per la mia vita”. Le parole disperate di Stefania, sorella di Alessandra Matteuzzi

Stefania, la sorella di Alessandra Matteuzzi, uccisa dall'ex Giovanni Padovani, ha rilasciato una lunga intervista sull'omicidio

Stefania, la sorella di Alessandra Matteuzzi, ha rilasciato una lunga intervista con il Corriere di Bologna, con la quale ha raccontato i momenti drammatici prima dell’omicidio.

Stefania sorella Alessandra Matteuzzi

Le due erano al telefono, quando la vittima è arrivata davanti alla sua abitazione. È stato allora che Stefania l’ha sentita gridare: “No, Giovanni, no, ti prego, aiuto”. Giovanni Padovani la stava aspettando, si era presentato a casa sua, senza nessun preavviso.

Stefania a quel punto, già a conoscenza dei comportamenti ossessivi del 27enne, della denuncia e delle paure di sua sorella, ha allarmato le autorità.

“Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte”.

Omicidio Alessandra Matteuzzi

Stefania ha spiegato che il 29 luglio Alessandra Matteuzzi aveva sporto denuncia ai Carabinieri, raccontando le sue paure e che era costretta a soddisfare tutte le richieste ossessive del suo ex, come quella di mandargli un video ogni 10 minuti, per mostrargli la data e il luogo in cui si trovava.

“Ricordo anche che, pochi giorni prima della denuncia, Alessandra aveva chiamato la polizia dicendo che quest’uomo la minacciava e aveva mostrato anche gli screenshot delle conversazioni ai carabinieri”.

“Solo una volta, durante una lite, aveva spaccato una bottiglia di vetro e un posacenere, ma non contro Alessandra”.

Gli ultimi giorni, Giovanni Padovani era peggiorato. Il lunedì precedente all’omicidio, le aveva staccato la corrente. Alessandra era stata costretta a scendere per controllare i contatori, ritrovandoselo davanti.

Le molestie contro Alessandra Matteuzzi

Stefania ha continuato a raccontare:

“Mia sorella si era svegliata e non c’era luce nel suo appartamento. L’uomo le aveva staccato il contatore per farla scendere, poi l’ha rincorsa per le scale e lei è riuscita a tornare a casa senza conseguenze, ma questo fatto l’aveva fatta preoccupare molto. Infatti avevamo deciso di andare dai carabinieri a fare un’integrazione della denuncia”.

Il giorno della tragedia, la 56enne di Bologna era stata a casa della sorella. Ma nonostante la richiesta di Stefania di rimanere da lei, Alessandra è voluta tornare a casa, perché lì c’era il suo cane e aveva bisogno di cure ed attenzioni.

“Io non volevo lasciarla andare da sola, perché avevo capito che l’uomo la stava aspettando sotto casa, ma lei mi ha poi detto che se ne era andato. Lui, però, aveva scavalcato il cancello ed era ancora lì. Se quest’uomo ora esce dal carcere sono convinta che possa uccidere anche me. Per questo motivo avevamo deciso di stare al telefono fino a che non sarebbe entrata in casa. Poi è successo quello che è successo”.