Torino, Elisa Chamen non ce l’ha fatta: solo pochi giorni fa era riuscita a salutare il marito per l’ultima volta

Elisa Chamen non ce l'ha fatta: si è spenta per una miocardite fulminante da Covid, lascia il marito ed un bimbo

Una notizia davvero triste è arrivata nella giornata di ieri, venerdì 10 dicembre. Purtroppo Elisa Chamen di 32 anni, si è spenta in ospedale a causa di una miocardite fulminante da Covid. Ha lasciato il marito ed un bimbo di appena 2 anni.

elisa chamen morta
CREDIT: FACEBOOK

Un lutto drammatico che ha scosso migliaia di persone. Anche il dottor Sergio Livigni, direttore del reparto di rianimazione dell’ospedale di Torino, ha voluto commentare questa triste e straziante vicenda.

Elisa Chamen lavorava come hostess per la compagnia Blu Panorama ed insieme al marito e al suo piccolo, vivevano ad Ajaccio, in Corsica. Non era affetta da patologie pregresse e il suo dramma è iniziato lo scorso 28 novembre.

La giovane mamma si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale Parini, dopo il terzo episodio di sincope. I medici le hanno fatto un tampone ed è proprio a questo punto che hanno scoperto che era positiva al Covid-19.

elisa chamen morta
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Le sue condizioni di salute sono peggiorate rapidamente. Infatti i medici hanno deciso di trasferirla al nosocomio San Giovanni Bosco, di Torino. L’hanno attaccata ad Ecmo, la macchina per la circolazione extracorporea, per stabilizzarla e trasferirla nell’altra struttura.

Tuttavia, dopo il suo ricovero in rianimazione, c’è stato un nuovo peggioramento delle sue condizioni. Proprio fino alla mattinata di venerdì 10 dicembre. Elisa ha avuto un arresto cardiaco e i sanitari non sono riusciti a fare più nulla per salvarla.

Le parole del dottor Sergio Livigni, sulla morte di Elisa Chamen

Sono molto dispiaciuto perché veder morire così, una donna di trent’anni, per una miocardite fulminante da Covid, è una sconfitta a 360 gradi. Sembrava che stesse migliorando, tant’è che nei giorni scorsi l’avevamo staccata anche dalla macchina Ecmo.

elisa chamen morta

Solo due giorni fa abbiamo deciso di riattaccarla, viste le sue condizioni.

Inoltre, capita la gravità della situazione, attraverso un percorso particolare e trattato come un paziente Covid, dato che è positivo seppur asintomatico, il giorno dell’Immacolata siamo riusciti a far sì che il compagno potesse entrare in reparto e salutarla un’ultima volta.