“Anche a te e famiglia”. La psicologia del Natale

Il Natale è magico e bellissimo, ma non per tutti. La scienza, spiega il perché

Le luci della città, gli alberi e le altre decorazioni dentro e fuori casa, Babbi Natali che si arrampicano sui balconi e che offrono caramelle in strada.

Insomma il Natale è magico e se non lo si vive con il tipico stress da festività e la corsa allo shopping selvaggio può rappresentare davvero un momento di riunione tra il calore dell’affetto dei nostri cari. Eppure per non tutti così, alcuni vorrebbero letteralmente scappare dal Natale. Come mai?

“Anche a te e famiglia”. La psicologia  del Natale

Perché si festeggia il Natale

Sappiamo tutti che il 25 dicembre si celebra la nascita di Gesù come la nostra tradizione vuole. In realtà però dicembre rappresenta un mese pieno di eventi, primo fra tutti il solstizio d’inverno, il momento dell’anno in cui il sole ferma il suo cammino per poi riprendere a girare intorno al nostro pianeta.

Questo fenomeno condiziona l’orario del tramonto contrassegnando infatti il solstizio d’inverno come il giorno più corto dell’anno. Ed è proprio in questo giorno che accade quella che gli scienziati hanno descritto come DSM (Diagnostic and statistical manual of mental disorders), il Disordine affettivo stagionale (SAD).

Il cambio di stagione può innervosire, farci sentire stanchi o spaventarci, come accadeva con i nostri antenati che di fatto non capivano bene cosa stesse accadendo. Per fortuna però il sole ritorna, più luminoso che mai e le ore di luce aumentano.

“Anche a te e famiglia”. La psicologia  del Natale

Il sole vince

In antichità il sole che tornava veniva celebrato come una divinità che rinasce sulla terra. Il mondo Cristiano quindi ha ereditato la festa pagana del Sole Invitto per celebrare la nascita di Gesù.

Da qui nascono magia e mistero attorno alle tradizioni e alle frasi rituali che si pronunciano proprio durante i giorni di festa che in qualche modo però per noi sono rassicuranti nonostante siano giorni in le tenebre prendono il sopravvento.

I regali che ci scambiamo sotto l’albero, i panettoni, i cioccolatini non solo ci fanno sentire amati ma anche rassicurati, un modo per alleviare anche il DSM già da bambini.

La psicologia del Natale

Lo spirito natalizio esiste davvero ed è radicato in ognuno di noi, il cervello umano infatti ha una vera e propria parte dedicata a questa tradizione di festa. E allora come mai non tutti subiamo il fascino del Natale? Perché non tutti si sentono più belli, bravi e buoni durante questo periodo?

Tutto quello che siamo e che amiamo, dipende da una serie di fattori che hanno influito sulla nostra crescita. Perché ci sono persone che amano tantissimo il Natale e altre, come il Grinch, che vorrebbero solo scappare da questo incubo?

Secondo la scienza, molto dipende dalle esperienze che abbiamo vissuto in prima persona. C’è chi collega questi giorni a ricordi di gioia e di felicità trascorsi in presenza delle figure di riferimento. E chi invece ha trascorso gran parte dell’infanzia e non solo accanto a persone imprevedibili o inadeguate che hanno creato conflitti.

Che siate amanti del Natale o no, potreste però approfittare del clima di festa per stare vicino alle persone che amate. Poco importa se trascorrerete la vostra serata davanti all’albero fatto in casa o in un posto esotico, abbracciatevi e voletevi bene. E soprattutto, Buon Natale.

“Anche a te e famiglia”. La psicologia del Natale