Ciro l’immortale di Gomorra non è morto. Ritorna al cinema
Ciro di Gomorra è immortale. E non è morto su quella barca per mano di Gennaro. Più o meno. Perché ritorna in vita per un film al cinema!
Ciro l’immortale di Gomorra non è morto. Ma non è nemmeno vivo. Detto così non si capisce niente? Diciamo che è morto per la serie tv Gomorra, che ha appena chiuso la quarta stagione e prepara per i fan la quinta. Però è vivo per il grande schermo. Visto che entro la fine dell’anno arrivare al cinema il film “L’immortale”, dedicato proprio al personaggio interpretato da Marco D’Amore.
Ciro l’immortale torna, con uno spinoff cinematografico della saga di Gomorra. Ciro di Marzio sarà di nuovo tra noi e potremo scoprire come è cresciuto un personaggio tanto amato che ha fatto parte delle prime tre stagioni (e anche dell’ultima visto che l’attore spesso è stato dietro la macchina da presa).
Marco D’Amore sarà il regista di quella che i produttori, Riccardo Tozzi e Nicola Maccanico, definiscono come “il primo grande progetto crossmediale italiano“. L’immortale arriverà nelle sale cinematografiche italiane giusto in tempo per Natale e sarà distribuito da Vision. Non sarà una storia a parte, ma un racconto integrato nella serie di Gomorra.
SPOILER
Da qui in poi attenzione, ci sono spoiler, della terza stagione. Che non dovrebbero più essere spoiler, dal momento che è già finita la quarta.
Ma visto che ci teniamo a voi, ve lo diciamo.
Se continuate è a vostro rischio e pericolo!
L’immortale, trama
Siamo alla fine della terza stagione quando Gennaro Savastano è costretto a uccidere Ciro Di Marzio su una barca in mezzo al mare, di fronte a Enzo – Sangue Blu, il boss di Forcella, e tutti i suoi seguaci.
Il corpo di Ciro affonda nel Golfo di Napoli. E i ricordi cominciano a emergere.
Tornando indietro al 1980, quando un neonato sopravvive al terremoto. 10 anni dopo continua a sopravvivere, questa volta per le strade di Napoli. È solo e lo rimarrà per sempre. Ricevendo un’educazione criminale che lo accompagnerà fino all’ultimo respiro.
Marco d’Amore racconta: “Ciro Di Marzio è il male assoluto, il gesto efferato, la violenza ingiustificabile. Ma è anche la tenerezza improvvisa di una carezza, la compassione per il dolore, il gesto eroico del sacrificio. Ciro è una vetta insormontabile, un abisso senza fondo o lo sguardo sul precipizio, a seconda da quale punto di vista lo si osservi. È un personaggio totale, conflittuale, tridimensionale”.