Sanremo 2024, Amadeus interrompe il Festival: arriva un comunicato stampa dell’ultimo minuto

La protesta degli agricoltori arriva a Sanremo. Amadeus legge un estratto del comunicato del movimento che sta scuotendo l'Europa.

“Protestiamo per chiedere dignità”, sono alcune parole contenute nel comunicato degli agricoltori in protesta che, come promesso è arrivato sul palco del Festival di Sanremo. Dopo la commovente esibizione di Mahmood con “Com’è profondo il mare”, Amadeus spezza il ritmo della gara per leggere le parole della protesta dei trattori.

Da settimane, in tutta Europa, i trattori invadono piazze e autostrade. Il mezzo agricolo è il simbolo di una grande protesta che chiede ascolto alle istituzioni europee. Il settore agricolo in diversi Paesi del Vecchio Continente soffre la concorrenza estera. Sarebbero di ostacolo anche le leggi che, a detta degli autori del movimento di protesta, stanno tutelando poco i lavoratori e gli imprenditori agricoli europei.

Di seguito le parole lette da Amadeus in diretta durante la quarta serata del 74esima edizione del Festival di Sanremo:

Noi agricoltori non siamo in piazza per chiedere aiuti o sussidi, ma solo per assicurarci che ci venga corrisposta la giusta remunerazione per il duro e insostituibile lavoro che svolgiamo quotidianamente, grazie al quale ogni cittadino può mangiare ogni giorno. Questo purtroppo non avviene da tempo, tanto che oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è ampiamente sottopagato, con ricavi che sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione.

Il comunicato prosegue chiarendo che la protesta vuole prima di tutto “difendere la dignità di tutti gli agricoltori”. Inoltre, si chiede “che venga corrisposto il giusto valore alle produzioni”. A Sanremo, dunque, sbarca la protesta dei trattori con il messaggio della nota degli agricoltori del Coordinamento nazionale riscatto agricolo. Il documento era stato inviato alla Rai proprio per essere letto sul palco dell’Ariston.

Di seguito un passaggio integrale contenuto nel comunicato degli agricoltori:

Gli agricoltori italiani pagano lo scotto di decisioni sbagliate non basate sulla scienza. Basti pensare a politiche comunitarie quali il green deal, la direttiva sulla qualità dell’aria o il regolamento sui fitofarmaci, fortunatamente ritirata dalla Commissione UE grazie alle nostre proteste; tutte queste politiche, a nostro avviso eccessivamente sbilanciate a favore dell’ambiente, vanno a discapito di tutta l’agricoltura italiana, con particolare riferimento alle piccole aziende. Su queste questioni pesa poi la spada di Damocle dei prezzi pagati agli agricoltori. Ricordiamo a tutti che noi non possiamo programmare il prezzo di vendita dei nostri prodotti, perché siamo sottoposti ad un mercato drogato dalle speculazioni, dove il prezzo a noi pagato è un decimo di quello che pagano i consumatori. Per questo stiamo protestando in questi giorni: chiediamo una legge chiara che garantisca la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con reciproci benefici per i produttori agricoli e per i consumatori. I prezzi pagati agli agricoltori sono fermi da trent’anni, tanto che ai consumatori alcuni prodotti arrivano a costare fino a dieci volte di più. Siamo l’unica categoria a non poterci basare sui costi di produzione a non poter applicare i costi, subendo tutti gli svantaggi del mercato e delle possibili intemperie della stagione, pur avendo costi alti e certi legati alla semina e alla produzione.

Conclude il comunicato inviato alle agenzie e ai giornali, oltre alla forma “ridotta” per la diretta sanremese:

Un Futuro all’Agricoltura e al Made in Italy. Tutto questo semplicemente perché senza agricoltura non c’è vita, non c’è sovranità alimentare, non c’è libertà; chiediamo solo la possibilità di continuare a onorare gli insegnamenti dei nostri genitori e dei nostri nonni, che con rispetto, amore e dignità ci hanno portato a coltivare il valore della terra e di ciò che rappresenta, con il solo e unico obiettivo di lasciare un mondo migliore ai nostri figli. Concludiamo con un saluto all’Italia, alla Rai e a te Amadeus. Grazie per aver dato voce agli agricoltori nel tempio della musica italiana. Negli scorsi giorni abbiamo insistito nel voler salire noi stessi sul palco per un unico motivo: far vedere anche i nostri volti, facce pulite che rappresentano il futuro dell’agricoltura italiana e occhi appassionati di chi crede ancora che, citando Papa Francesco, non c’è umanità senza coltivazione della terra.