Sanremo 2024, il momento più commovente della terza serata: il brano di Jannacci e Massini e quella foto di un papà con il suo bambino

Jannacci e Massini sul palco dell'Ariston con un tema molto importante: le morti sul posto di lavoro

Uno dei momenti più toccanti della terza serata del Festival di Sanremo 2024, è stato quando sul palco si sono esibiti Jannacci e Massini con il brano L’uomo nel lampo. Un testo commovente dedicato a tutte quelle persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro.

Sanremo Jannacci e Massini

Amadeus ha presentato il bellissimo momento raccontando della storia di un operaio che ha perso la vita davanti ai colleghi. Un operaio che ha lasciato un bambino di appena un mese, che non potrà più veder crescere, che non potrà più amare. La foto di quel bambino apparsa durante l’esibizione, ha scaldato il cuore di tutti.

Le parole del conduttore del Festival di Saremo:

Un operaio in fabbrica, durante il turno, un’esplosione in fabbrica. I testimoni diranno di averlo visto sparire come un lampo. Quell’uomo lascia un bambino di un mese, che crescerà con un’unica foto del suo papà. Il lavoro è un diritto che non prevede la morte. Proteggere i lavoratori è un dovere.
Sanremo Jannacci e Massini

La scelta dei due ospiti è stata spiegata proprio da loro durante la conferenza stampa. Massini ha sottolineato che sono 1.485 le persone che quest’anno sono uscite dalle proprie case per recarsi a lavoro e che non hanno più fatto rientro. E si è detto fiero di salire sul palco dell’Ariston con il suo amico Paolo, per portare una canzone profonda, che riguarda questo tema. Le sue parole:

Tra tante cose di cui non importa nessuno in questo Paese, ci sono le 1.485 persone che quest’anno sono uscite di casa per andare a lavorare e non sono più tornate, sono una marea. Sono molto fiero di essere sul palco dell’Ariston perché porto non solo la mia amicizia con Paolo, ma abbiamo deciso di scrivere una canzone sul tema del lavoro.
Sanremo Jannacci e Massini

Jannacci e Massini lo hanno definito una sorta di dialogo he racconta una storia. La storia di un uomo, precisamente un operaio, che si reca sul posto di lavoro, inconsapevole che per lui sarebbe stato l’ultimo giorno della sua vita. Muore in un’esplosione, lasciando un bambino appena nato. Da quel momento, quell’uomo, quel padre, quell’operaio, diventa soltanto una foto appesa in un salotto.

E immaginiamo che quel ritratto parli con il figlio che cresce. Ci guadagniamo da vivere, ma qualcuno si guadagna di morire. Archiviati come incidenti, ma poi si scopre che l’80% delle morti sul lavoro si eviterebbe se i diritti dei lavoratori fossero tutelati. Vittime umiliate che dopo la massima ipocrisia e il massimo cordoglio finiscono nel dimenticatoio.