Alessandro Massimi, morto a 44 anni in un tragico incidente: era caporale dell’Esercito italiano

I medici hanno cercato di fare il possibile, ma alla fine non hanno avuto scelta. Sono tutti sconvolti per la morte di Alessandro Massimi

Alessandro Massimi ha perso la vita a soli 44 anni, a seguito di un grave sinistro stradale avvenuto in via Ardeatina (zona Divino Amore – Roma).

incidente Alessandro Massimi

Il dramma è avvenuto sabato sera, 22 aprile. Alessandro Massimi era un caporale dell’Esercito italiano, originario di Paliano, comune in provincia di Frosinone.

La dinamica di quanto accaduto non è ancora chiara ed è ancora al vaglio delle forze dell’ordine. L’uomo di 44 anni stava guidando la sua Fiat Panda sulla Ardeatina, quando si è scontrato frontalmente contro una Jeep.

Sul posto sono tempestivamente arrivati i sanitari del 118, dopo l’allarme lanciato al numero di emergenza.

incidente Alessandro Massimi

Purtroppo, i paramedici non hanno potuto fare nulla per salvare il caporale dell’Esercito italiano. Hanno provato a rianimarlo, ma ogni tentativo è stato vano e alla fine non hanno avuto altra scelta che constare il decesso sul luogo del sinistro stradale.

Il conducente della Jeep, invece, è stato trasportato in ospedale. Si tratta di un uomo di 49 anni. Nessuna notizia ancora sulle sue condizioni di salute.

La salma di Alessandro Massimi si trova in obitorio

La comunità è sconvolta, la salma di Alessandro Massimi è stata trasferita all’obitorio. L’autorità giudiziaria dovrà decidere se disporre o meno l’autopsia sul corpo senza vita dell’uomo di 44 anni. L’esame servirà per stabilire l’esatta causa del decesso. Bisognerà capire se il caporale sia deceduto a causa del sinistro stradale o sia stato colpito da un malore prima dello scontro.

incidente Alessandro Massimi

Bisognerà anche attendere le indagini delle forze dell’ordine, che stanno cercando di capire come si siano svolti i fatti e stabilire le responsabilità dei due conducenti.

Tanti i messaggi apparsi sui social, pubblicati da persone che lo conoscevano e che, incredule, hanno voluto salutarlo per l’ultima volta. Tanto anche l’affetto della comunità, che si è stretta al dolore della sua famiglia.

Siamo cresciuti insieme, avevamo sempre il pallone in mano. Giocavamo mattina e sera, eri una forza con il pallone. Ciao amico mio.