Anna Leonori, la donna che ha perso le gambe e le braccia per colpa di una diagnosi sbagliata
La sua vita è cambiata per sempre per colpa di una diagnosi sbagliata. Non c'era nessun tumore. Oggi Anna Leonori si muove grazie alle protesi
Una storia quella di Anna Leonori, una mamma di Terni, difficile da leggere e difficile da raccontare.
È stata costretta a vivere un calvario, iniziato nel 2014 per colpa di una diagnosi sbagliata. Oggi Anna Leonori si sta battendo per ottenere un risarcimento da parte degli ospedali che l’hanno avuta in cura e ha sottolineato che non lo sta facendo per una questione solo di giustizia. Lo sta facendo per avere una vita dignitosa.
Le sue protesi sono molto costose e sono coperte soltanto da due anni di garanzia. Si deteriorano in modo più veloce di quanto si possa immaginare e la sua paura è quella di tornare sulla sedia a rotelle.
L’ospedale Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e l’Ausl Romagna, sono le tre strutture sanitarie accusate di quanto le è accaduto.
Tutto è iniziato inizia nel 2014, quando ad Anna Leonori è stato diagnosticato un tumore maligno. Secondo i medici aveva bisogno di un intervento invasivo. Così è stata operata per l’asportazione dell’utero e delle ovaie, di 40 linfonodi e della vescica. Quest’ultima le è stata sostituita con una ortotopica. Poi, dopo gli esami, la scioccante notizia. Non c’era nessun tumore.
Da quell’intervento sono conseguiti altri ricoveri e infezioni. Poi, nel 2017 è stata colpita da una peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della neo vescica. È finita in coma per un mese e mezzo e, alla fine, i medici sono stati costretti ad amputarle le gambe e le braccia.
La vita di Anna Leonori è cambiata per sempre
Questa mamma di Terni ha dovuto imparare di nuovo a muoversi, prima grazie all’ausilio di una sedia a rotelle e poi grazie a delle costosissime protesi, che è riuscita a permettersi con l’aiuto dei raccolte fondi delle associazioni private e di volontariato. Ma queste protesi non sono eterne e quando arriverà il momento, se non potrà permettersele, sarà costretta a tornare su una sedia a rotelle.
Non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito. Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, mi sono sottoposta ad una visita di fronte a 15 periti, per avere giustizia per i danni che ho subito. Le perizie si concluderanno a giugno, non so come andrà a finire, ma non si libereranno di me in nessun modo. Sono pronta ad affrontare un processo.
Questa donna ha trovato supporto anche nella campionessa sportiva Bebe Vio, che le ha consigliato delle protesi speciali. La sua storia ha sconvolto tantissime persone. Una vita drasticamente cambiata per colpa di una diagnosi sbagliata.