Arrivata la condanna per Mirko Tomkov, per l’omicidio del piccolo Matias
Arrivata la sentenza per Mirko Tomkov, il padre che ha ucciso il piccolo Matias dopo la separazione con la moglie
Dopo quasi 8 mesi dal brutale omicidio, Mirko Tomkov è stato condannato all’ergastolo. L’uomo ha ucciso il piccolo Matias, il figlio di soli 10 anni, lo scorso 16 novembre dopo essersi lasciato con la moglie. Era positivo al Covid ed era riuscito a fuggire dall’hotel in cui doveva stare in quarantena.
A trovare il piccolo è stata proprio la madre, mentre giaceva ormai senza vita nel cassone del letto della sua stanza. La donna era rientrata dopo il lavoro.
L’uomo era già recluso nel carcere di Mammagialla, dai giorni successivi all’omicidio. Gli agenti lo hanno arrestato, perché lo hanno ritrovato privo di sensi nella stessa stanza in cui era il figlio.
Il giudice della Corte d’Assise di Viterbo, nella giornata di ieri, venerdì 8 luglio, ha deciso di condannarlo al massimo della pena prevista dallo Stato italiano, che è l’ergastolo.
Nella scorsa udienza l’uomo ha voluto confessare tutto ciò che ha fatto al figlio. Aveva avuto un divieto di avvicinamento alla donna e al bimbo, perché era violento ed aveva problemi con l’alcol. Tuttavia, lui non ha mai accettato questa separazione.
L’ex moglie Mariola Rapaj al processo si è costituita parte civile. Durante l’ultima udienza nel sentire il racconto di quello che l’uomo aveva fatto al figlioletto, ha avuto un malore ed è dovuta uscire fuori.
La confessione di Mirko Tomkov su cosa ha fatto al figlio
Sono entrato in casa e non c’era nessuno. Ho usato le chiavi nascoste fuori. Con un coltello della cucina ho aperto la porta della soffitta. Ho fumato, bevuto ed aspettato.
Mentre ero lì ho sentito le ruote dello zaino di mio figlio, che sbattevano sui gradini e sono sceso. Appena mi ha visto ha urlato di andarmene via.
L’ho scaraventato a terra e messo nel lavandino del bagno, mentre Matias continuava a gridare. Era fastidioso, per farlo smettere ho preso lo scotch e gliel’ho avvolto sulla faccia. Il coltello l’ho preso alla fine, ma non mi ricordo.