Batterio-killer all’ospedale di Verona: 12 bambini contagiati e 3 morti sospette
Dopo la morte della piccola Nina, per il batterio killer a Verona, sono stati contagiati altri 12 bambini e si sospetta che 3 siano morti per la stessa ragione
La notizia del batterio-killer a Verona, si è diffusa dopo la morte della piccola Nina. Sono stati contagiati altri 12 bambini e si sospetta che in 3 siano morti per la stessa ragione. La bimba è nata prematura e dopo l’autopsia sul suo piccolo corpicino, è stato scoperto un batterio killer e chiuso il punto nascita di Verona.
Ora si sta indagando sulla morte di altre 3 bambini, poiché si sospetta che anche loro siano state vittime del batterio.
Di quale batterio si parla?
Si tratta del Citrobacter, un batterio coliforme che solitamente colpisce le vie urinarie e comporta delle gravi infezioni. Nel caso della piccola Nina, ha colpito il suo cervello e non le ha lasciato scampo.
Il direttore dell’Ospedale della donna e del bambino, ha deciso di chiudere il reparto e procedere con la sanificazione. Mentre la Procura ha dato il via alle indagini, perché dopo la scoperta della morte della piccola Nina, sono risultati altri due bambini, in quello stesso periodo, morti in modo analogo e il sospetto è proprio quello che siano morti per colpa di questo batterio killer. Se così fosse, le vittime salirebbero a tre.
Il direttore della struttura ospedaliera, ha dichiarato che sono stati, fino ad ora, dodici i bambini contagiati dal Citrobacter. Dopo i risultati della morte di Nina e della notizia di questo batterio, le mamme di quei bambini morti e di altri che oggi hanno problemi neurologici o sono in stato vegetativo, hanno contattato la struttura ospedaliera e la mamma della stessa Nina.
La troppa somiglianza al quadro clinico, ha destato sospetti sulle morti analoghe. C’è la possibilità che anche questi bambini siano stati colpiti dal Citrobacter.
Adesso bisogna capire cosa sia accaduto. Il batterio può essere trasmesso da mamma a figlio, durante il parto, ma anche da persona a persona. La maggior parte dei neonati colpiti, sono nati prematuri.
Il direttore dell’ospedale, il dottor Cobello, ha dichiarato: “Ho deciso di chiudere il reparto, per evitare qualunque rischio e procedere con la sanificazione. Da noi sono stati registrati dodici casi. Da questo periodo abbiamo imparato che è necessario prevenire qualunque pericolo”.