Brescia, le indagini per la morte della piccola Eva Rambotti
Brescia, la tragica vicenda della piccola Eva Rambotti, morta a 2 anni
Sono in corso tutte le indagini del caso per la tragica ed improvvisa morte della piccola Eva Rambotti, la bimba di 2 anni caduta nella piscina dei nonni. I genitori, nonostante la perdita, se possibile vorrebbero dare il loro consenso per la donazione degli organi.
L’intera comunità al momento è sotto shock, soprattutto perché speravano in qualche miracolo. Per 2 lunghi giorni hanno pregato e sperato in una sua ripresa.
La tragedia di questa famiglia è iniziata nella serata di venerdì 13 maggio. Nell’abitazione dei nonni che si trova a Lonato del Garda, in provincia di Brescia. Eva era l’ultima di tre figli e tutti li hanno descritti come una famiglia normale e serena.
In quella serata tutta la famiglia si era riunita a casa dei nonni per stare insieme e mangiare una pizza. Da una prima, ricostruzione pare che la mamma fosse uscita per comprare il cibo, mentre il padre ancora non rientrava da lavoro.
La bambina stava giocando nel cortile. Gli adulti l’hanno persa di vista solo per qualche istante. Quando all’improvviso uno zio che abita lì vicino, dal balcone, ha visto gli abiti della piccola all’interno della piscina.
Dopo aver controllato meglio, ha visto che nell’acqua c’era la nipotina. Infatti è andato di corsa per tirarla fuori e da lì è partito anche l’allarme ai sanitari.
Il tragico decesso della piccola Eva Rambotti e le indagini sulla vicenda
Da quella sera la piccola è stata ricoverata all’ospedale Civile di Brescia. Era nel reparto di terapia intensiva e tutti speravano in una ripresa. Nella giornata di sabato si era sparsa la voce di un lieve miglioramento.
Tuttavia, nella mattinata di domenica 15 maggio è arrivato il tragico epilogo. Il cuore della bambina ha cessato di battere per sempre e i medici non hanno avuto altra scelta che constatare il decesso.
Le forze dell’ordine sin da subito si sono messe a lavoro per capire l’esatta dinamica dell’accaduto. Gli inquirenti hanno deciso di non disporre l’autopsia sul corpo, poiché sembra essere confermato che la sua morte sia avvenuta per annegamento. I genitori sperano di poter donare i suoi organi, affinché una parte di lei possa vivere in altri bambini.