Caso Liliana Resinovich, secondo l’avvocato ci sono “prove importanti”: cosa è emerso
Emerse prove importanti in merito alla morte di Liliana Resinovich
L’avvocato Antonio Cozza, difensore di Silvia Radin, parente di Liliana Resinovich, rilancia sulla collaborazione di alcune figure dentro la vicenda ma rimaste un po’ “ai margini”. Liliana Resinovich, la cui morte è avvenuta a Trieste due anni fa continua a essere avvolta nel mistero, non trova ancora giustizia.
Secondo l’avvocato, è importante che Sebastiano Visintin, una figura implicata del tutto assimilabile alla sua cliente, collabori con loro per scoprire la verità. Cozza ha enfatizzato l’attesa per i risultati degli esami, annunciando che nei prossimi giorni verranno rivisti attentamente i dati raccolti dopo la recente autopsia.
Il suicidio ipotizzato ormai all’inizio dell’indagine, poco dopo il ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich, datato ormai gennaio 2021, ha lasciato spazio rapidamente a nuove ipotesi. Servono, in particolare, chiarimenti sulle circostanze e il momento della morte, nonché sul trattamento del corpo.
Durante una recente apparizione televisiva su Mattino 5, Cozza ha ribadito la convinzione della sua assistita riguardo alla non plausibilità dell’ipotesi del suicidio, basandosi su elementi che indicano piuttosto un decesso violento. Il Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha sottolineato l’importanza della perizia medico-legale affidata all’antropologa forense Cristina Cattaneo, definendola “il pezzo mancante” che tutti attendono.
Cozza ha anche illustrato come i segni evidenti sul corpo di Liliana, quali ferite significative e segni di difesa, suggeriscano l’intervento di un agente contundente e non si adattino alla tesi del suicidio. Ha escluso tale possibilità anche citando microlesioni sulle labbra della vittima, suggerendo il coinvolgimento diretto di un’altra persona.
Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha espresso tramite il suo avvocato Nicodemo Gentile la necessità di un’analisi approfondita delle prove provenienti da varie discipline scientifiche e testimonianze, per svelare la verità dietro la morte di Liliana Resinovich. Secondo Gentile, affidare tutto alla medicina legale, soprattutto considerando il primo esame, contraddistinto da errori e violazioni gravi dei protocolli, sarebbe un errore prima di tutto metodologico.
L’avvocato di Sergio Resinovich conclude, amaramente, che i responsabili della morte di Liliana continuano a sfuggire alla giustizia, e che è necessario un impegno globale per portarli alla luce.