Castel Gandolfo, il racconto della mamma del bimbo di 2 anni che è fuggito dal residence in piena notte
Castelli Romani, il racconto della mamma del bimbo di 2 anni fuggito in piena notte: ecco cosa era successo
Sono stati momenti di terrore quelli che hanno vissuto i genitori del bimbo di 2 anni, che è fuggito dalla stanza del loro residenze in piena notte. Per fortuna un signore sentendo suonare l’allarme nel suo telefono, è subito intervenuto e di conseguenza ha allertato in fretta i carabinieri.
La vicenda ha avuto il lieto fine che tutti speravano, ma questo è stato possibile solo grazie al tempestivo intervento di quella persona e delle forze dell’ordine. Il piccolo si era fermato a giocare con il suo cane.
I fatti sono iniziati la scorsa notte. La famiglia era andata in un residence a Castel Gandolfo, ai Castelli Romani. Avevano intenzione di trascorrere dei giorni in tranquillità.
Tuttavia, il bambino non si sa come sia potuto accadere, è riuscito ad uscire da solo in piena notte. Un uomo che ha una villetta lì vicino, ha sentito l’allarme suonare e visto che non era in casa, è andato di corsa a vedere.
È proprio a quel punto che nel giardino ha visto il piccolo che era scalzo, mentre giocava con il suo cane. Per giustificarsi, gli ha detto: “Sono Batman!” Alla fine quando sono intervenuti gli agenti, per farsi dire dove erano i suoi genitori, gli hanno dovuto dare un pezzetto di cioccolata. La mamma in un’intervista con La Repubblica ha raccontato tutto ciò che è successo quella notte.
Bimbo di 2 anni fugge in piena notte: il racconto della mamma
Ho il terrore addosso. Siamo stati svegliati alle 3 da due uomini. Erano entrati dentro casa perché la porta era aperta. Hanno urlato: ‘Carabinieri.’ Io e mio marito eravamo sbalorditi, storditi.
Quei due uomini tenevano in mano nostro figlio e ci avevano detto che lo avevano ritrovato a 300 metri dalla villetta in cui eravamo per una vacanza. Mi chiedo se solo si fosse spinto più in là, vicino al campo da golf dove c’è anche un laghetto. Come sarebbe finita? Siamo stati messi sotto torchio giustamente i carabinieri hanno subito ipotizzato il peggio.
E cioè che noi avessimo abbandonato nostro figlio, o peggio, che quel bambino fosse un ucraino rimasto solo e che in casa c’erano i genitori morti.
Non ho potuto parlare col vicino che ha soccorso mio figlio, coprendolo con una felpa e mettendogli i calzini. Avrei voluto sapere cosa gli ha detto, ma siamo andati via dai Castelli. Ho chiesto se ci sono telecamere perché vorrei capire come ha fatto.