Chicago: sparatoria durante la parate del 4 luglio. 6 morti e 31 feriti
Arrestato dopo ore di caccia all'uomo il responsabile della strage del 4 luglio a Chicago: è un rapper del posto di soli 22 anni
Doveva essere una giornata di festa ieri, a Chicago così come in tutto il resto degli Stati Uniti d’America. Ieri infatti si è celebrato, come ogni 4 luglio, il giorno dell’Indipendenza. E invece si è verificata l’ennesima sparatoria che ha spezzato la vita di innocenti e traumatizzato quella di tantissime altre.
Si spera sempre che sia l’ultima volta, e invece puntualmente i notiziari e i siti di tutto il mondo si ritrovano tragicamente a parlare di sparatorie in luoghi pubblici che stanno affliggendo sempre di più l’america.
La prima di quest’ultima scia di stragi si è verificata un paio di mesi fa in Texas, dove un 18enne armato è entrato in una scuola elementare ed ha ucciso 21 persone, tra cui 19 bambini e due maestre.
La seconda più grave a livello di morti e feriti si è verificata proprio ieri, tra le strade di Chicago, durante la parata del 4 luglio.
La festa per le strade della capitale dello Stato dell’Illinois era iniziata da pochi minuti, quando qualcuno, dal tetto di un palazzo, ha aperto il fuoco verso la folla.
Il bilancio di questo atto senza senso è stato di 6 morti e 31 feriti, alcuni di essi in modo grave.
Arrestato il responsabile della sparatoria di Chicago
Le forze di Polizia presenti sul posto hanno subito avviato tutte le manovre di emergenza e al contempo iniziato una vera e propria caccia all’uomo. Caccia che si è conclusa 8 ore più tardi, quando alcuni agenti hanno intercettato il killer e portato in caserma per l’interrogatorio e l’arresto.
Il responsabile di questo terrificante atto di violenza si chiamerebbe Robert Crimo ed è un rapper del posto di soli 22 anni. Ancora ignoti i motivi che lo hanno spinto a sparare sulla folla.
Nel frattempo arrivano le prime testimonianze di chi era presente sul posto ed ha letteralmente visto la morte in faccia.
Una delle più toccanti è quella di un uomo di nome Alexander, che per proteggere suo figlio piccolo, lo ha nascosto dentro un cassonetto dei rifiuti.
Oppure quello di un altro testimone, che ha raccontato di non aver capito subito quello che stava accadendo. Pensava che si trattasse dei fuochi d’artificio, ma poi ha visto la gente che correva e il sangue a terra. Momenti davvero sconvolgenti per tutti.