Coronavirus, Matteo Bassetti: “Le conseguenze potrebbero essere permanenti”

Matteo Bassetti rilascia un'intervista al programma "Le Iene" e dichiara: "Le conseguenze potrebbero essere permanenti"

Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva, ha rilasciato un’intervista telefonica a Le Iene. Le informazioni che l’esperto ha rilasciato in questa intervista, sono molto importanti. In primis Matteo Bassetti dice che: “Il Coronavirus ha un impatto molto forte sul fisico e potrebbe lasciare danni permanenti in alcuni guariti”.

Il professore conferma che al San Martino è stata già organizzata un’equipe per studiare gli effetti a lungo termine del virus sui guariti. Matteo Bassetti crede che chi ha avuto sintomi medi o lievi, non incontrerà effetti collaterali a lungo termine. L’infettivologo sostiene che nelle prime settimane si potrebbe sperimentare: “La mancanza di gusto e olfatto o una stanchezza mostruosa, da non farcela ad alzare una gamba o un braccio dal letto”.

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Per chi invece, come gli anziani, ha avuto una polmonite interstiziale e la necessità dei respiratori: “Le conseguenze potrebbero essere permanenti sull’apparato respiratorio. Più difficile che lo siano su cuore, fegato, reni, sistema nervoso, apparato digerente”. Il dottore afferma che il momento migliore per effettuare il tampone che verifichi la guarigione è dopo 21 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.

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Matteo Bassetti chiarisce che non sempre la quarantena di 14 giorni è sufficiente per neutralizzare il rischio di contagio. Le tempistiche variano molto da persona a persona e ci sono individui che si ‘negativizzano’ anche dopo 40/50 giorni. Inoltre Bassetti comunica una cosa molto importante da tenere sempre a mente: non tutte le mascherine sono uguali. Infatti ce ne sono vari tipi: “Quella chirurgica, contenitiva e ‘altruista’, che evita anche di contagiare gli altri.

Io per strada non la metto, ma la uso in qualsiasi contesto in cui si può diffondere il virus. Meglio evitare le FFP2 con la valvola per esempio, che sono ‘egoiste’ e magari proteggono solo chi le indossa. Tutte le mascherine fai-da-te che vediamo in giro sono sconsigliate. Le FFP3 lasciamole invece a infermieri e medici, a chi entra in contatto con i malati con rischi alti…”. Sulla fase 2 il professore è particolarmente preoccupato per la salute degli anziani e concorda con un’opinione abbastanza impopolare e che si è spesso attirata addosso delle polemiche.

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“Quelli che sono stati colpiti dal Coronavirus non sono stati i bambini ma gli anziani. È su di loro che bisognerà concentrarsi, con orari differenziati per andare a fare la spesa e per uscire e con ogni misura possibile. Per la Fase 2 bisogna guardare anche a cosa stanno facendo gli altri in Europa” conclude.

Infatti, secondo Matteo Bassetti, dovremmo anche noi riaprire insieme al resto d’Europa, ma in modo accorto e responsabile. Sugli Italiani e il loro senso di responsabilità, il professore è molto contrariato: “Almeno prima della pandemia, il senso di responsabilità, spesso è mancato.

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Perché noi abbiamo avuto così tanti casi? Siamo il Paese in cui se uno ha la febbre, si vanta di andare al lavoro lo stesso, quando invece bisogna stare a casa con qualsiasi tipo di malattia. Lavarsi le mani? In Italia mancano i distributori di sapone e la carta per asciugarsi in tantissime scuole, stazioni, bagni pubblici. Bisognerebbe ripartire investendo anche su materiali e cultura ‘epidemiologica’ per abbassare tutti i tipi di contagio. Coronavirus in testa. Dal punto di vista infettivo-logico siamo molto ineducati”. Non ci resta rimetterci al buon senso di ogni singolo cittadino.