Delitto Anica Panfile: Franco Battagia si è avvalso della facoltà di non rispondere
L'ex datore di Anica Panfile non ha parlato davanti al Gip, l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere: convalidato il fermo
L’ex datore di lavoro di Anica Panfile, Franco Battaggia, è apparso davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia. Il 77enne si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il giudice ha convalidato il fermo, Franco Battaggia è detenuto nella prigione di Santa Bona di Treviso. A ricostruire una prima dinamica del delitto della madre trovata priva di vita nel fiume Piave, è stato il Procuratore Marco Martani durante una conferenza stampa. Lo scorso 21 maggio, dopo la denuncia di scomparsa del marito, allarmato dal mancato rientro della donna, Anica Panfile è stata trovata morta in un’ansa del fiume da un pescatore.
L’autopsia di Anica Panfile
L’autopsia ha evidenziato violenti colpi alla testa e un decesso per soffocamento. Dalle indagini è poi emerso che l’ultimo ad averla vista in vita era il suo ex datore di lavoro, Franco Battaggia, conosciuto nella zona come il “re del pesce”. L’uomo aveva raccontato di averla portata a casa sua per consegnarle il Cud per la denuncia dei redditi e di averla poi accompagnata nei pressi di un negozio, perché lei gli aveva detto di avere un appuntamento con una persona. Tuttavia, le forze dell’ordine non sono state in grado di confermare la sua versione. Nessuna telecamera ha ripreso l’uomo accompagnare la donna e non è stato rinvenuto alcun Cud.
Le parole della autorità
Inizialmente si era pensato a un suicidio per annegamento, poi i primi riscontri autoptici hanno escluso quest’ipotesi. In primis, perché non c’era acqua nei polmoni della donna, e poi perché erano presenti lesioni al volto e al capo di una certa importanza. Anica, che al momento del decesso si trovava in una situazione di intossicazione da cocaina, è stata dapprima aggredita a mani nude, subendo colpi a cranio e volto, e poi soffocata con una pressione molto forte su bocca e naso
Anica è salita sul mezzo del suo ex datore di lavoro, che l’ha portata a casa. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Era rimasta in contatto, tramite WhatsApp, con il compagno.
Ma l’ultimo messaggio che viene visualizzato da Anica è delle 16.07, con la verifica della doppia spunta blu sullo schermo del cellulare, dopodiché i messaggi non vengono più letti.
Le autorità hanno ispezionato la casa di Battaggia. Hanno trovato tracce biologiche nel letto dell’uomo e tracce di cocaina. Hanno trovato anche un tappeto arrotolato, con altre tracce della Panfile:
La nostra ipotesi è che questo sia servito per trasportare il cadavere fino al punto in cui è stato abbandonato.
Nessuna prova di un delitto premeditato
Il Procuratore ha infine spiegato che le telecamere hanno ripreso più volte il mezzo di Battaggia transitare vicino al luogo del ritrovamento. Le sue versioni sono sempre state contraddittorie e diverse telefonate rintracciate dopo il delitto ed effettuate dall’uomo, hanno fatto sorgere il sospetto che stesse tentando di fuggire fuori dall’Italia. Le forze dell’ordine credono che non si sia trattato di un delitto premeditato. Il sospetto è che i due abbiano insieme consumato cocaina e che poi abbiano avuto un rapporto, degenerato in una brutta discussione.