Diana Pifferi è morta dopo 5 giorni di agonia
Emersi nuovi dettagli sulla morte della piccola Diana Pifferi: è morta 5 giorni dopo il suo abbandono, 24 ore prima del ritrovamento
Diana Pifferi, abbandonata dalla madre in un bilocale di 50 metri quadrati, situato in Via Parea a Ponte Lambro (Milano), è morta dopo 5 giorni di agonia. Questi gli ultimi dettagli emersi sulla terribile vicenda e riportati dal Corriere della Sera.
La bambina di 18 mesi è rimasta a casa da sola, in un lettino da camping, per sei giorni. La madre è partita per Leffe, per trascorrere un week-end con il suo compagno. Un week-end che si è poi trasformato in una settimana di lontananza, ma nonostante tutto Alessia Pifferi non si è preoccupata di sua figlia. Anche quando ha realizzato che le potesse succedere qualcosa di brutto, ha scelto di non interrompere le giornate con l’uomo, perché il loro rapporto era già in crisi e lei doveva capire se ci fosse la possibilità di un futuro insieme. Parole agghiaccianti dette da una madre agli inquirenti.
Diana è stata trovata priva di vita nel lettino, con indosso una canottierina gialla con disegnati tanti fenicotteri e senza pannolino. Lo aveva lanciato lontano dal lettino. Accanto a lei, un biberon di latte vuoto, l’unica cosa che la madre le aveva lasciato. Era morta da almeno 24 ore. Dopo circa 5 giorni di agonia.
Un’immagine ben diversa da quell’unica foto pubblicata sul manifesto funebre, dove invece la piccola appare vestita da principessa, seduta sul lettone, in mezzo a tanti palloncini rosa. Forse era il giorno del suo primo compleanno.
Sul profilo social di Alessia Pifferi, non esistono scatti che la ritraggono con la figlia e nessun ricordo dei momenti più importanti della crescita di Diana. La bambina era un peso per la donna, un peso arrivato in modo inaspettato. Lei voleva vivere una vita libera, voleva trovare un uomo con cui avrebbe potuto costruire un futuro e che l’avrebbe mantenuta economicamente.
Alessia Pifferi in carcere
Nei sei giorni di lontananza, Alessia Pifferi è anche tornata a Milano, ma ha scelto di non chiedere al compagno di passare alla sua abitazione: “Non volevo rovinare tutto. Ho sperato che quello che le avevo lasciato fosse sufficiente”. E invece, al suo rientro, quando ha aperto la porta di casa, ha trovato sua figlia ormai senza vita.
Oggi la 37enne si trova nel carcere di Milano e, secondo quanto riferito dal suo legale, non riesce ancora a realizzare ciò che è successo, piange per Diana e per il fatto che il suo compagno non le risponde al telefono. Un compagno che era all’oscuro di ciò che faceva ad una bambina così piccola e che oggi si è ritrovato la vita completamente stravolta.