Duplice femminicidio nel modenese: la testimonianza dell’amica della 21enne uccisa

Un'amica di Renata, una delle vittime del duplice femminicidio di Castelfranco, ha raccontato le confidenze che le aveva fatto la 21enne

Tutta la comunità di Cavazzona di Castelfranco Emilia è ancora sotto shock per quanto accaduto nella mattinata di ieri in una villetta di Via Cassola di Sotto. Un duplice femminicidio che ha avuto come vittime Gabriela Trandafir di 47 anni e sua figlia 21enne Renata Alexandra e compiuto dal marito e patrigno Salvatore Montefusco. Un’amica della ragazza, in lacrime, ha raccontato alla stampa della paura che aveva dell’uomo che alla fine l’ha uccisa.

Famiglia distrutta

Gli ultimi periodi non erano stati affatto felici per la giovane Renata Alexandra, la ragazza di 21 anni uccisa ieri a Castelfranco Emilia dal suo patrigno.

Nonostante stesse facendo diversi colloqui di lavoro in questo periodo e stesse cercando di portare avanti una socialità più normale possibile, la paura di quell’uomo la terrorizzava e le condizionava la vita. A lei così come a sua mamma, che era costretta a vivere rinchiusa in casa dall’aguzzino.

Dopo la tragedia, una delle amiche più strette della ragazza è stata intercettata dai giornalisti ed ha lasciato alcune dichiarazioni che fanno intendere benissimo che tipo di clima ci fosse in quella casa.

Secondo la giovane, Renata era terrorizzata dal suo patrigno e in diverse occasioni aveva raccontato alle amiche che lui era in grado di fare di tutto.

Il movente del duplice femminicidio

Famiglia distrutta

La Procura di Modena ha ovviamente aperto un’indagine su quanto accaduto e il reato contestato è quello di duplice omicidio aggravato.

Ciò su cui si concentreranno le indagini sono la dinamica degli eventi e soprattutto il movente che ha spinto l’uomo a sparare con un fucile alla sua compagna e la figlia.

Stando a quanto emerso nelle ore successive al fatto, sembra che ieri si sarebbe dovuta tenere l’udienza di separazione tra Salvatore e Gabriela. L’uomo non accettava la cosa e soprattutto temeva che la casa da lui costruita anni prima e in cui la famiglia viveva, finisse intestata alla donna e alla figlia.

Famiglia distrutta

Alcuni testimoni, gli stessi che ieri in mattinata hanno sentito gli spari dell’arma da fuoco e denunciato ai carabinieri, hanno raccontato che la famiglia non era affatto nuova a liti molto violente.

Nel frattempo l’uomo è stato fermato e nell’interrogatorio di rito in caserma ha ammesso il reato compiuto.