Franco Ravera, apprezzatissimo attore italiano, morto a 62 anni
Ha tenuto nascosta la malattia che lo ha portato via fino alla fine: addio al grande attore italiano Franco Ravera. Aveva 62 anni
Il mondo del cinema e del teatro italiano hanno da pochi giorni appreso la triste ed inaspettata notizia della morte di Franco Ravera. Aveva solo 62 anni ed è morto dopo aver lottato a lungo con una malattia. Malattia che aveva affrontato con grande dignità, lavorando finché le forze lo hanno assistito e tenendola nascosta agli amici il più possibile. Decine i messaggi di cordoglio e affetto apparsi sui social nelle ultime ore.
Il primo amore di Ravera è stato il teatro, dove ha esordito nel 1980 all’età di 20 anni, lavorando con la compagnia Gli Spicchi di Acqui e alla Soffitta di Ovada. In quel periodo la sua occupazione principale era quella di operaio. Lavoro che aveva paura di lasciare per dedicarsi completamente alla recitazione.
Negli anni successivi ha aperto la sua veduta e si è inserito alla grande anche nel mondo della televisione e del cinema.
Tantissimi i ruoli che ha ricoperto, in serie tv, fiction o film, che alla fine hanno avuto un grande successo.
Tra le tante si ricordano le sue parti in “Boris”, “Benvenuto Presidente” e “Bentornato Presidente” al fianco di Claudio Bisio, “La ragazza del lago” con Toni Servillo e “Texas”, diretto dal regista e suo grande amico Fausto Paravidino.
Messaggi di cordoglio per Franco Ravera
Decine i messaggi di cordoglio e affetto pubblicati dai tantissimi colleghi amici di Franco Ravera, che hanno appreso solo adesso della sua morte e della malattia che lo ha afflitto negli ultimi tempi.
Tra i tanti, alcuni dei più commoventi sono stati quelli di Claudio Bisio, che sul suo profilo Instagram ha scritto: “Ciao Franco! Se ne è andato uno dei migliori attori che io conosca, nonché un amico” e quello di Fausto Paravidini, che al quotidiano La Stampa ha dichiarato:
Franco era uno straordinario attore, un istintivo autentico, quel tipo di professionista che vorremmo essere tutti noi in questo mestiere. Era connesso in profondità con la sua lingua d’origine che sapeva portare in scena con autenticità assoluta, ma mai pago e soddisfatto di sé, da intellettuale e poeta qual era.
Ha mantenuto il suo carattere timido, riservato e dignitoso fino alla fine dei suoi giorni, come dimostra il fatto di aver tenuta nascosta la malattia.