Gianluca Vialli: la testimonianza di una dei medici che lo operarono nel 2017

Il racconto della dottoressa Milanetto, che fece parte dell'equipe del dottor Zerbi, che operò Gianluca Vialli nel 2017

Intervistata da Il Messaggero, la dottoressa Anna Caterina Milanetto ha raccontato del primo incontro con Gianluca Vialli. Lei, infatti, fece parte dell’equipe che operò l’ex calciatore nel 2017 a Milano, poco dopo che lo stesso ex campione scoprì la brutta malattia di cui era affetto.

Ricovero per Gianluca Vialli

Lo scorso 6 gennaio ha segnato una data molto triste per il mondo del calcio e dello sport in generale italiano. Gianluca Vialli, ex campione di Sampdoria, Juventus, Chelsea e nazionale italiana, quel giorno si è spento per sempre a soli 58 anni.

Dal 2017 lottava contro una forma molto aggressiva di tumore al pancreas, che nonostante sia stato affrontato con le migliori cure,ma anche con coraggio e tenacia, alla fine lo ha sconfitto e portato via per sempre.

Su Vialli, sulla sua malattia e su come lui abbia affrontato la cosa fin dall’inizio, è recentemente arrivata una testimonianza da parte di una persona che ha avuto modo di vedere da vicino Luca in uno dei momenti più drammatici della sua vita.

Questa persona è la dottoressa Anna Caterina Milanetto, una giovane ma molto esperta chirurga, specializzata per i tumori al pancreas, che fece parte dell’equipe del primario Alessandro Zerbi che operò l’ex capo delegazione della nazionale nel 2017.

Gianluca Vialli, esempio per tutti

Moglie Gianluca Vialli

Ricorda soprattutto lo sguardo di Luca Vialli, la dottoressa. Uno sguardo che era profondo, concentrato, speranzoso, ma allo stesso tempo preoccupato. “Cercava dal professor Zerbi, che era accanto al suo letto, qualche segnale di rassicurazione“.

Nel prosieguo dell’intervista, la dottoressa ha poi parlato della famiglia di Vialli, che è stata presente per tutto il percorso, proprio come dovrebbe essere per ogni malato oncologico.

Ricovero per Gianluca Vialli

In fine, ha ammesso che Vialli ha rappresentato un esempio per tutti coloro che affrontano questa situazione.

Trovo Vialli un valido modello per affrontare la malattia. Oltre all’attività di reparto, svolgo anche quella ambulatoriale, dove vedo ogni giorno, persone che sono affette da tumore al pancreas. (…) Vialli se ne accorse perché ebbe un attacco itterico. Il suo coraggio e la sua vicenda sono sicuramente uno stimolo per molti pazienti, che mi dicono: ‘se si è ammalato lui che era un grande campione ed è riuscito a sconfiggere il tumore al pancreas, perché non posso farcela anche io?’ E davvero penso sia da indicare a modello per tante persone che combattono contro la malattia il suo approccio responsabile.