Il giornalismo piange la morte della giovane Olatz Vazquez
Olatz Vazquez è morta a soli 27 anni per un tumore allo stomaco: raccontata la sua battaglia sui profili social network
Il mondo del giornalismo e tutta la Spagna piangono la morte di una giovanissima giornalista che, lo scorso 3 settembre, ha perso definitivamente la sua battaglia contro il cancro. Olatz Vazquez aveva solo 27 anni e, negli ultimi periodi, aveva raccontato tutta la sua lotta attraverso ei toccanti post sul suo account Instagram.
Qualche mese fa, il mondo è crollato completamente addosso ad Olatz. Le sue orecchie hanno sentito i dottori pronunciare le parole che mai nessuno vorrebbe sentirsi dire. La diagnosi è stata di tumore allo stomaco.
Nonostante l’onda d’urto provocata da questa terribile notizia, la giovane giornalista non si è mai persa d’animo. Ha iniziato e condotto la sua guerra con estremo coraggio fino alla fine, quando la pesantezza delle cure e le metastasi che ormai si erano diffuse ovunque, l’hanno portata via.
A divulgare per prima la notizia della dipartita di Olatz Vazquez, ci ha pensato la testata giornalistica iberica “Cadena Ser“. Notizia poi confermata dai familiari della ragazza.
Innumerevoli i messaggi pubblicati sui social network da parte di amici, conoscenti, istituzioni e semplici fan di quella che è e sarà sempre ricordata come “poetessa social”.
Olatz Vazquez e i racconti della malattia
Già! Proprio i social. Quelli che l’hanno resa famosa e apprezzata per i suoi progetti da giornalista, sono diventati il suo diario di viaggio. Un viaggio che ha portato, però, alla destinazione più drammatica.
L’ultimo post pubblicato da Olatz Vazquez risale a circa due settimane fa, una decina di giorni prima che le sue condizioni diventassero critiche e la portassero alla morte. Queste erano state le sue parole:
Tanto tempo che non passo da queste parti. Sono state settimane molto molto molto difficili. In totale, quasi quattro di ricovero e una serie di complicazioni che non mi hanno fatto uscire. Ho perso la cognizione del tempo. Ho perso chili, aspetto, indipendenza. Mi dispiace dirvi che ho perso l’Olatz che ero. Tra il tentativo di stabilizzare un po’ di nausea e vomito, mi è rimasta un’insufficienza intestinale. La malattia che mi accompagna ha fatto la sua parte quando ero più debole. Sono diventata una persona totalmente dipendente, dal momento che vivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, collegata alla nutrizione parenterale e a un percorso nasogastrico. Per fortuna, e finalmente, ora sono a casa, tranquilla e circondata dalla mia famiglia. Cosa mi dicono i medici? Che a poco a poco. Non fissarmi grandi obiettivi, ma vai piano piano. Oggi ho camminato per mezz’ora in corridoio, ieri l’ho fatto, domani lo rifarò. Spero di poter uscire presto per strada man mano che sempre più cavi mi verranno tolti. E così. Con pazienza. E fede.