Il giornalista Pietro Bellantoni è morto a 42 anni: lascia moglie e figlia di 2 anni
Il noto giornalista Pietro Bellantoni è morto all'età di 42 anni, ha lasciato la moglie e la figlia di 2 anni
Una notizia davvero straziante è quella che è stata diffusa in queste ultime ore. Il noto giornalista Pietro Bellantoni è deceduto la notte scorsa all’età di 42 anni, a causa di un brutto male che purtroppo non gli ha lasciato scampo. In un primo momento sembrava averlo sconfitto.
In queste ore sono davvero tante le persone che lo stanno ricordando sui social, con messaggi di cordoglio ed affetto, per la grave e straziante perdita subita.
Pietro Bellantoni era diventato giornalista nel 2009. Era nato a Scilla, ma per lavoro si era anche trasferito in diverse regioni d’Italia. Grazie alla sua professione era molto conosciuto.
Ha lavorato per testate giornalistiche molto importanti come La Stampa e La Repubblica. Inoltre, non sono mancate per lui anche le esperienze televisive, lavorando con Studio Aperto.
Dopo un lungo periodo fuori dalla sua regione, aveva deciso di rientrare ed andare a vivere a Reggio Calabria, dove si era trasferito ormai da tempo. In un primo momento era andato a lavorare per il telegiornale regionale LaCNews24.
Poco tempo fa però, dopo aver vinto un concorso pubblico, era riuscito ad entrare alla redazione Rai TgR. Tuttavia, pochi mesi dopo questo nuovo inizio, i medici da alcuni esami hanno scoperto che era affetto da un brutto male.
Il decesso di Pietro Bellantoni ed i messaggi di cordoglio
Lo hanno sottoposto da subito alle terapia del caso ed in un primo momento sembrava aver sconfitto la malattia. Però nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 settembre si è spento per sempre. Ha lasciato la moglie Ketty Tramontana ed una bimba di due anni. I suoi colleghi per ricordarlo in un post sui social hanno scritto:
Pietro era stato colpito dopo pochi mesi il suo ingresso in Rai da una brutta malattia, che però, sembrava aver superato.
Facendo sperare in un pronto rientro in redazione con cui da professionista qual era, ha continuato a collaborare anche nei momenti più difficili, prima dell’aggravarsi del male che lo ha portato via.