Incidente a Treviso, le condizioni dei due feriti: uno di loro era il fidanzato di una vittima
Incidente a Treviso, le parole del papà del ragazzo che era alla guida dell'auto e l'ipotesi degli inquirenti su cosa è successo
Sono in corso tutte le indagini per il gravissimo incidente avvenuto nella provincia di Treviso. Purtroppo oltre alla perdita di due ragazze, Barbara Brotto e Eralda Spahllari, c’è anche preoccupazione per le condizioni degli altri due ragazzi.
Si chiamano Mikele Tatani e Daniel Castelli. Il primo che ha 19 anni, non avrebbe potuto guidare quella macchina, perché aveva una potenza troppo elevata per la sua esperienza di guida.
Il padre, in una breve intervista con Il Gazzettino, ha spiegato come si sente e quello che sta vivendo in queste ore. Nesret Tatani ha dichiarato:
Non so cosa dire, mio figlio è in coma. Non so nulla di quello che è successo, sono stato svegliato nel cuore della notte. Sapevo solo che mio figlio era fuori con degli amici.
Non so nemmeno come stia, mi hanno detto solo che è in coma. Cosa volete che dica, sono sconvolto. Ho visto due ragazze decedute una di queste era fidanzata di mio figlio. Stavano insieme da tre anni, non so nemmeno come riesca a tenermi in piedi. Mikele era un ragazzo con la testa sulle spalle, non mi ha mai dato pensieri. Gli ho prestato il l’auto per fare bella figura.
Incidente a Treviso: le ipotesi e come si sono svolti i fatti
Il gravissimo sinistro è avvenuto nella notte tra sabato 4 e domenica 5 marzo. Precisamente in via Sant’Antonio, nel comune di Motte di Livenza, in provincia di Treviso.
I quattro ragazzi erano a bordo della BMW 420. L’ipotesi degli inquirenti è proprio che i due automobilisti stessero facendo una gara. Infatti, dai primi accertamenti è emerso che andavano ad una velocità di 140 km orari, in una strada in cui il limite è di 50.
Mikele forse dopo aver perso il controllo della sua auto, ha finito la sua corsa contro un albero. L’auto è diventata un cumulo di lamiere. Per questo i Vigili del Fuoco li hanno dovuti liberare con cesoie ed altre attrezzature.
Purtroppo per Barbara ed Eralda non c’è stato nulla da fare. I medici intervenuti sul posto, non hanno avuto altra scelta che constatare il loro decesso. Avevano rispettivamente 17 e 19 anni e facevano parte della stessa comitiva.