La compagna di Javier Alfredo Miranda Romero in lacrime in Tribunale: “Mi disse che sarebbe tornato a casa presto”

Javier Alfredo Miranda Romero, lo straziante racconto della compagna in lacrime

La compagna di Javier Alfredo Miranda Romero, l’uomo che ha perso la vita a causa di freccia tirata da un arco dal maestro d’ascia Evaristo Scalco per le strade di Genova nella notte tra il 1 e il 2 novembre dello scorso anno, è stata ascoltata in Tribunale.

Javier Alfredo Miranda Romero ucciso da una freccia a Genova

Javier Alfredo Miranda Romero ha perso la vita perché “Stava facendo troppo rumore”. Quello stesso giorno, aveva visto il suo secondo bambino appena nato e poi aveva deciso di uscire a bere una birra con un amico. Lo ha raccontato la compagna in lacrime, nell’aula del Tribunale. Le parole di Patricia Zena:

Quel giorno Alfredo aveva visto il bambino appena nato. Era venuto in ospedale sia a pranzo che alla sera, poi mi ha detto che sarebbe andato a bere qualche birra con un amico. Ci conoscevamo da 9 anni, l’ho incontrato in Perù ma da tempo viveva in Italia. Io sono venuta a Genova con lui e qui abbiamo sempre vissuto insieme a Marassi. Prima lavorava solo lui, poi ho iniziato anche io come colf, facevo le pulizie in casa.

Javier Alfredo Miranda Romero ucciso da una freccia a Genova

La compagna di Javier Alfredo Miranda Romero oggi fatica ad andare avanti

Oggi Patricia si ritrova sola, fatica per andare avanti. Con quel poco che guadagna, paga l’affitto. Fortunatamente è sostenuta ed aiutata da molti amici, che le portano ciò di cui ha bisogno per crescere i suoi bambini. Mentre quella sera Alfredo si trovava a festeggiare con l’amico, aveva mandato un messaggio alla compagna. L’aveva tranquillizzata, sarebbe tornato presto a casa perché lui era un uomo responsabile.

Javier Alfredo Miranda Romero ucciso da una freccia a Genova

Verso mezzanotte ha smesso di rispondere al telefono, ma di certo Patricia non poteva immaginare che la sua vita era stata spezzata per sempre, con una freccia in pieno petto. Ha ricevuto una chiamata dai Carabinieri intorno alle 4:30 del mattino. Javier era in ospedale, ricoverato in gravissime condizioni.

I medici hanno fatto il possibile per salvarlo. Purtroppo la freccia aveva oltrepassato il fegato. A nulla sono serviti i disperati tentativi da parte dei dottori, a nulla sono servite le 40 sacche di emazie, le 27 di plasma e le 5 di piastrine. Il papà non ce l’ha fatta.