Lucy Letby è ricorsa in appello dopo la condanna: l’infermiera non ammette quello che ha fatto a quei poveri neonati
Dopo la decisione del giudice e la condanna, l'infermiera Lucy Letby è ricorsa in appello: ha distrutto la vita di tredici famiglie
Dopo la condanna, Lucy Letby è ricorsa in appello. Tutto il mondo ha letto la storia dell’infermiera che ha distrutto la vita di tantissime famiglie, provocando il decesso di sette neonati e riducendone altre sei in gravi condizioni.
Per il giudice, Lucy Letby ha agito con premeditazione e crudeltà, spinta dal suo stato mentale. Credeva che non sarebbe mai diventata mamma e che non sarebbe mai stata felice. L’infermiera lavorava al Countess of Chester Hospital, nel reparto di neonatologia. Prendeva quei bambini, la maggior parte neonati prematuri, iniettava l’aria nelle loro vene, latte nello stomaco, insulina nel sangue e dei tubi nelle loro gole. Poi si fingeva preoccupata ed aiutava i suoi colleghi a rianimarli. I sei minori sopravvissuti hanno riportato gravi conseguenze di salute e avranno bisogno di cure per il resto della vita.
Il movente di Lucy Letby
Gli inquirenti hanno trovato il movente nei diari della donna, all’interno della sua abitazione. L’infermiera era infelice e insoddisfatta della sua vita. Non sarebbe mai diventata mamma e ciò l’aveva spinta a spezzare il sogno di tante neo-mamme.
Dopo la condanna all’ergastolo per ogni delitto, l’infermiera è ricorsa in appello. Il giorno della sentenza, lo scorso 21 agosto, non si è presentata in aula. Il suo nome è diventato famoso in tutto il mondo, l’infermiera killer infantile più crudele nella storia britannica.
Nonostante la sua assenza, il giudice ha deciso di procedere e di condannarla a vita. Le condanne a vita vengono applicate agli imputati considerati più crudeli e che hanno commesso i crimini più ingiustificabili e non possono essere cambiate per tutta la vita. Le sue azioni, per il Tribunale, sono state commesse senza alcun senso di colpa, contro ogni istinto umano e in modo sadico. Non solo, l’infermiera ha sempre negato le sue responsabilità per il decesso di sette neonati e per averne ridotto altri sei in gravi condizioni.