Luigi Fiorillo, l’uomo simbolo del crollo del ponte Morandi, ascoltato dai giudici
Lui e il suo camion si salvarono solo per una questione di pochi metri: la testimonianza in tribunale di Luigi Fiorillo
In questi giorni, i giudici e gli avvocati nominati nel processo legato alla tragedia del Ponte Morandi di Genova hanno avuto modo di ascoltare le testimonianze di coloro che in quel maledetto 14 agosto del 2018 hanno scampato la morte per pochi metri o secondi. Uno su tutti, Luigi Fiorillo, il conducente del camion diventato simbolo della tragedia.
Il 14 agosto del 2018 è una data che gli abitanti di Genova e gli italiani in generale non potranno mai dimenticare. Quel piovoso martedì di metà estate si è trasformato in un incubo per tantissime famiglie.
Il Ponte Morandi, uno dei simboli del capoluogo ligure, fondamentale arteria stradale, ha ceduto ed è crollato rovinosamente.
Il pilone 9 insieme alla sezione del ponte che sovrastava la zona fluviale e industriale di Sampierdarena, lunga 250 metri, sono collassati, provocando in tutto 43 vittime e oltre 500 sfollati.
Altre persone hanno evitato la propria fine solo per pochi metri, o per pochi metri. Alcuni che sono riusciti a fermarsi poco prima che la strada crollasse sotto le ruote del proprio mezzo. Altri che avevano appena attraversato il tratto stradale collassato.
La testimonianza di Luigi Fiorillo
In questi giorni il giudice e gli avvocati nominati per il processo del crollo hanno ascoltato 9 testimoni. 9 persone che, appunto, sono sopravvissuti alla strage per un macabro scherzo del destino.
Tra questi anche Luigi Fiorillo, l’uomo che era alla guida del camion della “Basko”, diventato simbolo grazie ad una foto scattata dopo il crollo che lo ritrae fermo a pochissimi metri dal baratro. In Tribunale ha raccontato la sua terrificante esperienza:
Prima ho visto l’asfalto che si sgretolava e poi i mezzi davanti a me che precipitavano nel vuoto. Mi è caduto tutto davanti e ho pensato che sarei andato giù anche io.
Mi sono salvato perché un’altra auto mi ha fatto rallentare. Allora ho avuto il tempo di realizzare cosa stava accadendo e fare qualche metro in retromarcia, anche se ero seguito da altre macchine e non ho potuto indietreggiare più di tanto. Ho lasciato il camion e di corsa sono andato verso la galleria. Gli altri automobilisti che mi hanno visto hanno fatto la stessa cosa.
Il trauma
Un trauma, quello vissuto dall’uomo, che lo ha terrorizzato per settimane. Ciononostante, Fiorillo ha detto di non aver voluto andare da uno psicologo e di essersi concentrato solo del dimenticare.
Riprendere a lavorare per me è stato necessario. Ho avuto bisogno di qualche mese per superare il tutto, ma la paura che potesse verificarsi di nuovo un evento simile è rimasta. Lavoro in strada, faccio l’autista e per me era diventato un incubo. Poco dopo la tragedia ho iniziato ad avere gli incubi e a svegliarmi all’improvviso. Il tutto è durato qualche settimana e il mio medico mi aveva certificato uno stato ansioso.