Marco Conforti trovato morto nel baule della sua auto: mistero a Torino

Nessuna ferita o segno di violenza sul cadavere di Marco Conforti: prende piede l'ipotesi dell'overdose e che nel baule ci sia entrato da solo

Prende sempre più piede l’ipotesi che Marco Conforti, l’uomo di 56 anni trovato privo di vita nel baule del suo suv a Torino lo scorso 28 maggio, in quel portabagagli ci sia entrato da solo. Proseguono intanto le indagini degli inquirenti, che stanno cercando di ricostruire la dinamica della vicenda più dettagliatamente possibile.

La morte di Marco Conforti

Era la scorsa domenica 28 maggio quando l’ex moglie di Conforti, preoccupata dalle mancate risposte al telefono dell’ex coniuge e dall’assenza della automobile dello stesso nel parcheggio del palazzo in cui viveva, lanciava l’allarme alle autorità.

Grazie ad un’applicazione di localizzazione dello smartphone, la donna ha indirizzato gli agenti nella zona Aurora di Torino.

L’indizio fornito dalla donna ha trovato poi riscontro con la denuncia di alcuni residenti del quartiere, che avvertivano della presenza di un suv parcheggiato male su via Rovigo, dal quale proveniva un cattivo odore.

Gli agenti hanno così raggiunto il posto, individuato il veicolo e forzato il portabagagli, trovando dentro lo stesso il corpo senza vita del 56enne.

Come è morto Marco Conforti

La morte di Marco Conforti

Come da prassi è stata aperta un’indagine sul decesso di Marco Conforti e l’obiettivo è stato fin da subito quello di chiarire le cause della morte.

L’esame autoptico ha scartato ogni ipotesi di omicidio, visto che sul cadavere non sono stati trovati segni di traumi o ferite che lasciassero ipotizzare un’aggressione.

Scartata anche l’ipotesi di infarto o problemi cardiaci, resta solo da attendere i risultati dei test tossicologici, che potrebbero accertare un decesso avvenuto per overdose.

Come è finito nel portabagagli

La morte di Marco Conforti

Le indagini servono anche a chiarire gli ultimi movimenti di Conforti, già in parte ricostruiti, e le modalità con cui è finito nel portabagagli del suo suv.

Fino ad ora si è scoperto che il 23 maggio, data del decesso, l’uomo abbia trascorso una giornata al mare, in Liguria, insieme a un suo amico. In serata i due sarebbero poi tornati a Torino.

Poi Marco è andato a cena con amici e in uno strip club. Nella tarda serata avrebbe poi effettuato due ricariche post pay da 500 euro ad una donna russa. Nel locale potrebbe aver assunto anche sostanze stupefacenti. Come affermato da conoscenti, il 56enne era un consumatore di cocaina.

Gli inquirenti pensano che nel portabagagli ci sia entrato da solo. O che qualcuno che era in sua compagnia, accortosi del malore, lo abbia nascosto nel baule e poi sarebbe fuggito impaurito.